“La notte di San Rocco”: il cold case di Casalincontrada nel libro di Valerio e Raffaello Montanaro
E’ una storia che sembrava sepolta nella memoria popolare, che da investigatori oltre che da storici e ricercatori, i fratelli Valerio Ivo Montanaro e Raffaello Montanaro, hanno ricostruito e riportato alla luce, con un focus sociale che guarda alle condizioni economiche e di vita dell’Italia e dell’Abruzzo dopo il primo conflitto mondiale. Un cold case dell’Italia contadina quello raccontato in “La Notte di San Rocco. Come morì Gnilisande”, volume presentato in Senato nell’aula convegni di palazzo Carpegna. Un’opera che rappresenta anche una riflessione sulla condizione del mondo contadino nel Centro Italia di un secolo fa, gettando luce su un passato che ha influenzato profondamente il presente di queste comunità.
Durante l’incontro sono intervenuti Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, Vincenzo Mammarella, sindaco di Casalincontrada, insieme agli autori del libro, Vittorio Ivo Montanaro e Raffaello Montanaro, che ricoprono anche i ruoli di presidente e vicepresidente dell’Istituto Ricerche Storiche – IRIS. A completare il panel, lo storico Loris Di Giovanni, curatore della collana “La Bussola” per Costa Edizioni. L’evento si è concluso con le considerazioni del commissario straordinario per la ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli, che ha sottolineato l’importanza di unire la ricostruzione fisica a quella sociale e culturale delle comunità colpite dal terremoto:
“La cultura e le tradizioni delle comunità dell’Appennino centrale affondano profondamente le radici nella civiltà contadina. Un patrimonio che si è stratificato nel corso dei millenni che rappresenta un valore che abbiamo il dovere di preservare e valorizzare, all’interno del percorso di ricostruzione e riparazione dei nostri territori. Il merito degli autori di questo libro, scritto con cura e passione, sta nella capacità di avere recuperato e posto in primo piano, attraverso una certosina ricostruzione scientifica e narrativa, un piccolo caso avvenuto dentro la grande cornice del mondo contadino di quegli anni. Questo legame con la terra, che si manifesta attraverso la nostra tradizione agro-silvo- pastorale, è una ricchezza sulla quale oggi siamo tornati a investire e che può rappresentare un’occasione di vita e di sviluppo, in stretta connessione con la natura”.
Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, dove presta servizio in qualità di comandante dei carabinieri Raffaello Montanaro, sottolinea che:
“L’occasione di presentare questo libro in Senato offertaci dal senatore Castelli rappresenta una straordinaria opportunità di confronto tra due realtà che hanno un comune denominatore: la terra. Tradizioni contadine che significano memoria dei luoghi, mattoni immateriali preziosi e necessari quanto quelli fisici per ricostruire e cementare un rinnovato spirito di comunità. La ricostruzione è anche questo: dalle pagine di un libro creare nuove relazioni e nuove possibilità di valorizzazione delle nostre radici”.
Il sindaco di Casalincontrada, Vincenzo Mammarella, riafferma la necessità di custodire la memoria del territorio:
“Ringrazio il Commissario Castelli per aver ospitato la presentazione di un libro interessante che ci riporta a un evento tragico che colpì la nostra comunità e a quel mondo contadino che caratterizzava la nostra comunità. Ringrazio i fratelli Montanaro per aver, attraverso questa storia, recuperato e arricchito la nostra memoria collettiva: la nostra storia e le nostre tradizioni sono un patrimonio che esprime la nostra essenza, che abbiamo il dovere di custodire e tramandare”.