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Lanciano, in aula il caso di don Andrè Luiz Facchini: sfilano i testimoni della difesa

Lanciano, in aula il caso di don Andrè Luiz Facchini: sfilano i testimoni della difesa

LANCIANO, 19 febbraio – Sfilano i testimoni della difesa, in tribunale a Lanciano, nel processo a carico di don Andrè Luiz Facchini, che secondo la Procura, attraverso le sue imposizioni, avrebbe cagionato la destabilizzazione della psiche di alcuni suoi adepti, finiti in cura.

“Non abbiamo mai visto frustate sulla schiena con la corona del rosario, né don Andrè ci ha mai imposto ferree regole – hanno detto i sette testimoni ascoltati -. C’era assoluta libertà di ognuno di fare penitenza sia strisciando con le ginocchia a terra o baciare il pavimento come devozione penitenziale. Era una buona guida spirituale”.

I testimoni hanno contraddetto l’impostazione dell’accusa, che ipotizza i reati di violenza privata aggravata, lesioni personali, violazione di domicilio, ingiurie, minacce e molestie telefoniche.

L’imputato è fondatore della Legio Sacrorum Cordium, associazione creata all’interno della parrocchia di Sant’Agostino a Lanciano e non riconosciuta dalla Curia.

La fase dibattimentale, e forse la sentenza, è stata fissata dal giudice Andrea Belli al prossimo 18 luglio.

Il presbitero è anche parte offesa per le lesioni cagionategli da due fratelli il 28 ottobre 2011, uno di loro era un ex associato alla Legio, che lo avrebbero aggredito alle 2.30 di notte vicino alla loro abitazione, dove don Andrè si era recato.

Dopo l’apertura dell’indagine don Andrè è tornato in Brasile e lo scorso dicembre è stato sorpreso nella sua città natale Umuarama da una troupe della trasmissione televisiva ‘Le Iene’.

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