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L’Aquila, dal Dna dei cani la verità sull’uomo trovato morto nel fiume Vera

L’Aquila, dal Dna dei cani la verità sull’uomo trovato morto nel fiume Vera

L’AQUILA, 14 marzo – Secondo gli inquirenti Edmond Preka, il 36enne muratore albanese ritrovato senza vita nel fiume Vera,  sarebbe stato aggredito ed azzannato da un branco di cani finendo nel canale dove avrebbe sbattuto la testa perdendo conoscenza e morendo annegato.  A stabilirlo l’autopsia effettuata sul corpo dell’uomo, che ha individuato ferite sul corpo riconducibili a morsi di cane, escludendo definitivamente sia l’ipotesi del malore che quello dell’incidente stradale. Autopsia in seguito alla quale  i carabinieri dell’Aquila, su disposizione della Procura, hanno prelevato insieme al servizio veterinario della Asl,  dopo un lavoro di screening, campioni di dna su una decina di cani. Tra questi alcuni randagi, rintracciati nella zona della frazione aquilana di Paganica dove venerdì scorso è stato trovato il corpo del muratore.

I campioni di dna, prelevati su cani per stazza e per indole compatibili con le ferite trovate dall’anatomopatologo sul corpo del 36enne sono stati inviati ad un laboratorio specializzato e, secondo quanto si è appreso, ci vorranno circa due mesi per conoscere i risultati. Qualora dovessero emergere delle similitudini e se i cani o il cane non fossero randagi, i carabinieri della compagnia di L’Aquila e della stazione di Paganica cercherebbero di rintracciarne il proprietario che finirebbe sotto inchiesta per la cattiva gestione dell’animale.

Per ora il fascicolo aperto dal pm Guido Cocco e’ contro ignoti, mentre la salma è stata  riconsegnata alla famiglia con i funerali che si svolgeranno in Albania. Intanto, intorno alla moglie che aveva dato l’allarme non vedendo rincasare il marito, ed ai due figli di 4 e 7 anni, si sono strette la comunità albanese di L’Aquila e quella di Paganica per azioni di solidarietà e sostegno.

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