L’artigianato in Abruzzo sta morendo: “D’Alfonso mantenga promesse o tutti in piazza”
PESCARA, 22 dicembre – L’artigianato abruzzese, con le sue micro e piccole imprese che rappresentano il 95% delle aziende regionali e il 52% degli occupati, è il “grande malato” dell’economia abruzzese e rischia di morire. Le associazioni di categoria, insieme ai sindacati, per la prima volta in forma unitaria, lanciano l’allarme, annunciano la mobilitazione e puntano il dito contro la Regione e il governatore Luciano D’Alfonso, con la sua “scarsa sensibilità” in materia, pretendendo “interventi urgenti” ed “una chiara inversione di tendenza nell’attenzione, nella messa a disposizione di risorse finanziarie e di politiche attive”.
Le associazioni a gennaio promuoveranno gli Stati generali dell’artigianato e, se non dovessero arrivare risposte concrete, ci sarà anche una “manifestazione pubblica di forte impatto”. Casartigiani, Claai, Cna e Confartigianato, insieme a Cgil, Cisl e Uil, pretendono risposte immediate dalla Regione. Le associazioni hanno sottoscritto una piattaforma unitaria, con tutte le priorità da portare avanti: un vero e proprio ‘decalogo’ che spazia dall’accesso al credito alla trasmissione d’impresa, dalla digitalizzazione all’aiuto allo start-up, dalla formazione alla bottega-scuola, dalla valorizzazione delle eccellenze al sostegno alle attività sui mercati internazionali.
Stamani la presentazione della piattaforma, a Pescara, nella sala Camplone della Camera di Commercio. Presenti, tra gli altri, il presidente ed il direttore della Cna, Italo Lupo e Graziano Di Costanzo, quelli di Confartigianato, Luca Di Tecco e Daniele Giangiulli, il coordinatore regionale della Casartigiani, Dario Buccella, il presidente della Claai, Luigi Catena, i segretari regionali di Cisl e Uil, Maurizio Spina e Roberto Campo, e Carmine Ranieri della Cgil Abruzzo.
Una mobilitazione che per l’Abruzzo rappresenta un precedente assoluto: per la prima volta uno schieramento variegato di forse sociali si è ritrovato insieme per sottolineare lo stato di “assoluta gravità in cui versa il settore della micro impresa artigiana”. Le associazioni d’impresa e i sindacati chiedono un “rapido e robusto cambio di passo. Chiediamo l’apertura di una vertenza che affronti i temi del nostro mondo – dicono i rappresentanti – La Regione deve darci risposte in tempi certi”.
Il segretario di Confartigianato, Daniele Giangiulli, sottolinea come l’Abruzzo, con il -12%, sia “maglia nera d’Italia per la flessione delle imprese artigiane”, auspicando, proprio a partire dai dati, un confronto serrato con la politica.
“Vogliamo dalla Regione un cronoprogramma – dice Giangiulli – Sul nostro mondo c’è una scarsa sensibilità da parte del governatore D’Alfonso e dell’assessore al ramo Giovanni Lolli; il primo non ci ha mai ricevuto, il secondo un paio di volte, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale di un incontro ogni due mesi. Dal 2010 al settembre 2016 abbiamo perso più di cinquemila imprese artigiane. I dati sono inoppugnabili. La Regione apra una vertenza sull’artigianato. Deve darci risposte in tempi certi, spiegandoci cosa intende fare. Serve un’attività sinergica che dia risultati concreti”.
Il presidente della Cna, Italo Lupo, si sofferma sul disinteresse da parte delle istituzioni rispetto alle esigenze delle micro e piccole imprese, “spina dorsale” dell’economia.
“Una situazione di cui le istituzioni non si rendono conto: la crisi che sta attanagliando da anni la micro e piccola impresa non interessa quasi nessuno – osserva Lupo – Per la prima volta si sono unite tutte le associazioni di categoria insieme ai sindacati. Ci aspettiamo la dovuta ‘cattiveria’ anche nel denunciare come stanno le cose. Vediamo se ci sarà una risposta o se continuerà il disinteresse per le piccole aziende, con l’attenzione solo sulle grandi. Le micro imprese sono la spina dorsale dell’economia abruzzese. Promuoveremo gli stati generali dell’artigianato e della piccola impresa in generale. Il problema non riguarda solo l’artigianato, ma anche il commercio: piccoli negozi ed attività commerciali annientate dai grandi centri commerciali a cui non è ancora stato messo un freno. A gennaio ci sarà lo stato di agitazione e con il giusto atteggiamento chiederemo cose che spettano di diritto a questa regione, che vive quasi esclusivamente di piccole e micro imprese”.
Il segretario generale della Cisl, Maurizio Spina, parlando anche a nome di Cgil e Uil, si concentra sul lavoro fatto per il rilancio delle grandi e medie aziende, auspicando che le politiche adottate in tal senso possano essere adattate anche alle piccole imprese, che rischiano di frenare la ripresa dell’Abruzzo.
“Con la Regione c’è stata nell’ultimo periodo tutta una politica finalizzata a consolidare il settore delle grandi e medie aziende che stanno reagendo positivamente alla crisi – ha detto – Però non possiamo lasciare indietro le piccole e piccolissime aziende, perché rischiano di diventare una palla al piede dello sviluppo abruzzese. Dobbiamo metterle nelle condizioni di entrare nel processo di cambiamento. Le politiche attivate dobbiamo adattarle alle piccole”.