Magneti Marelli, Camusso: “Classe imprenditoriale incapace di sviluppare un capitalismo industriale”
TERAMO, 23 ottobre – “Ancora una volta siamo di fronte al fatto che aziende che hanno fatturato, sviluppo, crescita e tecnologie vengono vendute all’estero. Non abbiamo una classe imprenditoriale che si propone di sviluppare un effettivo capitalismo industriale e questo preoccupa, preoccupa per le connessioni con il gruppo Fca, le cui prospettive al momento non si capiscono bene”. A Teramo per partecipare al congresso provinciale della Cgil teramana il leader della camera del lavoro Susanna Camusso rispondendo alle domande dei giornalisti interviene sulla cessione della Magneti Marelli, che ha uno stabilimento anche a Sulmona, ai giapponesi, sottolineando come la vicenda ponga sul tavolo la questione molto più ampia del futuro del settore auto.
“L’azienda ha comunicato che non vi saranno traumi occupazionali e senza, come dire, emergenze, – ha detto Camusso – ma vorremo capire qual è il futuro del settore auto e delle sue integrazioni, che si discuta di questo e per questo rinnoviamo la richiesta al Governo di aprire un tavolo, una discussione su questo settore”.
Il segretario generale della Cgil è intervenuta poi anche sulla crisi del lavoro in Abruzzo e in provincia di Teramo, sottolineando come quest’ultima sia la crisi del lavoro del paese ed in particolare del Mezzogiorno. La crisi, ha detto la Camusso, “di un paese che non ha investito sulle infrastrutture sociali, sui territori, sulla creazione di lavoro, di una politica che ha molto delegato alle aziende il che fare senza avere un’idea di paese”.
Nell’incontro con la stampa Susanna Camusso ha parlato anche dei ritardi nella ricostruzione, sottolineando come il tema ponga tre diverse questioni:
“Innanzitutto siamo un paese che da troppo tempo sottovaluta e non produce una messa in sicurezza del territorio, per cui ogni evento diventa drammatico da punto di vista delle persone e della necessità poi di ricostruire ed immaginare e programmare anche cosa vuol dire ricostruzione – ha detto il segretario della Cgil – Poi ci sono tantissime aree interne, un bellissimo territorio che in parte è stato abbandonato e che rappresenta invece il grande tema di come si pensa una ricostruzione legata allo sviluppo.”
La terza grande questione sul tappeto, in termini di ritardi legati alla ricostruzione, è infine per Camusso quell’abitudine “nel paese di ricominciare sempre da capo, fare grandi annunci, non avere mai delle leggi di riferimento e procedure che permettano di affrontare rapidamente la ricostruzione”.
“Crediamo che la stessa discussione di questa stagione rispetto a decreti, risorse – ha concluso – evidenzi la tendenza a fermare e invece c’è bisogno di investimenti e questo vale sia per la ricostruzione che per le infrastrutture del paese”.