Maltempo, Coldiretti: in Abruzzo calo del 30% del prezzo dei tartufi. E’ corsa all’acquisto
PESCARA, 30 novembre – Il maltempo non ha provocato solo danni. Almeno in Abruzzo, dove ha favorito un calo del 30% dei prezzi del tartufo bianco, con valori di appena 250 euro all’etto per pezzature medie attorno ai 20 grammi, in linea con il borsino del tartufo di Alba on line, punto di riferimento a livello nazionale.
Ad annunciarlo è Coldiretti Abruzzo, che evidenzia come evidenzia come il clima anomalo, segnato da diffuse precipitazioni delle ultime settimane, abbia creato le condizioni per vere e proprie offerte di fine stagione per il frutto più pregiato dell’autunno, protagonista di un settore di nicchia che comunque in regione coinvolge oltre 7mila cavatori per almeno 200 quintali di tartufo (stime sicuramente al ribasso, soprattutto considerando che negli ultimi anni sono nati numerosi impianti tartufigeni a causa delle ottime prospettive di mercato) su un territorio che per il 35% ha caratteristiche idonee al nero pregiato, per il 27% a quello bianco, presente spontaneamente tra i 500 e i 900 metri di altitudine.
Si abbassano quindi i prezzi per il bianco e del nero pregiato mentre restano invariati quelli del nero uncinato, intorno ai 350 euro/kg, con un leggerissimo calo rispetto allo scorso anno.
“Con l’aumento delle raccolte le quotazioni – sottolinea a Coldiretti – sono scese ai minimi degli ultimi anni, rappresentando un’ opportunità imperdibile per gustarlo prima dell’arrivo dell’inverno. Il Tuber magnatum Pico si sviluppa infatti in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Il risultato è un forte aumento degli acquisti favorito dall’aumento delle presenze in mostre, sagre e manifestazioni dedicate al tartufo ancora in corso lungo tutto lo stivale”.
Coldiretti Abruzzo ricorda inoltre inoltre come, tra le novità di quest’anno, vada inserita la conferma da parte della Direzione Generale Agricoltura dell’Unione Europa che funghi e tartufi spontanei raccolti in natura devono essere obbligatoriamente etichettati con il luogo di raccolta. Una misura importante per evitare che prodotti stranieri vengano spacciati per italiani come purtroppo spesso è avvenuto fino ad ora.
“La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri – precisa la Coldiretti – svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici”.