Mare inquinato, il Comune di Pescara corre ai ripari: “Ecco il ‘parco della depurazione'”
PESCARA, 21 febbraio – Sulla questione depurazione, dopo i divieti di balneazione in piena estate e gli scivoloni politici, il Comune di Pescara corre ai ripari. La soluzione, per l’amministrazione, non è tanto quella di un nuovo depuratore, quanto piuttosto la realizzazione di un ‘parco della depurazione’, un sistema complesso, che sorgerà attorno all’attuale depuratore. L’obiettivo è quello di intercettare, soprattutto in caso di piogge, le acque, così da poterle trattare, evitando che lo sversamento diretto nel fiume possa compromettere la balneabilità del mare. Quaranta, solo nell’estate scorsa, i giorni in cui è stato necessario il divieto di balneazione.
Dopo la seduta saltata ieri per mancanza del numero legale, il Consiglio comunale si esprimerà sul progetto nella seduta di giovedì. Ad illustrare contenuti e novità del sistema di depurazione pensato per Pescara sono stati, nel corso di una conferenza stampa, il sindaco Marco Alessandrini e il suo vice ed assessore al Demanio, Enzo Del Vecchio.
Entro un anno e mezzo dovrebbero essere completati i primi interventi, con effetti concreti sulla qualità delle acque del mare e del fiume. I 12,5 milioni necessari per l’adeguamento dell’attuale depuratore ci sono già, mentre i 20 milioni che serviranno a realizzare il parco depurativo sono in arrivo.
Del Vecchio sottolinea che “sono i sistemi collaterali che vanno implementati per affrontare in maniera più organica le criticità”.
“Stiamo lavorando da tempo – dice il vicesindaco – abbiamo fatto analisi e indagini per individuare le aree, che saranno quelle attorno al depuratore. Intanto sono partiti i lavori per l’adeguamento dell’impianto esistente, abbiamo già reperito una vasca di raccolta di prima pioggia e ne stiamo predisponendo una seconda. Poi ci vogliono gli impianti di raccolta e trattamento che andranno a comporre questo parco della filiera della depurazione. È una sfida importante che purtroppo ha un ritardo. Già nel 1997 il sindaco Pace fu raggiunto da un avviso di garanzia per gli sversamenti. I problemi non sono un fatto degli ultimi giorni, ma sono noti già dalla costruzione del depuratore, che doveva funzionare per i reflui e che nei confronti nelle acque di pioggia è impotente. Dobbiamo fare in modo che il sistema depurativo sia potente per eliminare le criticità. La balneazione è uno degli elementi straordinari, di valore del Pil economico della nostra città e dell’Abruzzo”.
Il sindaco Alessandrini, dal canto suo, ribadisce la necessità di interventi finalizzati a potenziare il sistema.
“Gli interventi sono necessari perché la struttura Pescarese ha bisogno di potenziare il suo impianto di depurazione – afferma Alessandrini – Noi abbiamo fatto tutto il possibile in tal senso e ora in questo atto di indirizzo sottoponiamo a giudizio del Consiglio Comunale una serie di aree che abbiamo individuato previa attività di screening degli spazi disponibili e vicini al depuratore esistente, che verrà ampliato, perché possa non solo essere più robusto, ma produrre risultati migliori per la balneabilità delle acque marine. Una necessità, quella di irrobustirlo, nota da decenni, tant’è che le conseguenze della mancanza di capienza, sono sotto la lente della magistratura dal 1997. Abbiamo un’esigenza, recuperare la balneabilità del mare e a questo ci stiamo applicando, non con riunioni e proclami, ma mettendo in campo tutto ciò che è in nostro potere fare”.
IL CENTRODESTRA ATTACCA: ‘DA ALESSANDRINI GIOCO DELLE 3 CARTE
Dopo la conferenza, in un comunicato stampa, i gruppi consiliari di Forza Italia, Pescara in Testa e Pescara Futura attaccano l’amministrazione comunale e criticano sindaco e vicesindaco.
“Sulla delibera inerente il nuovo depuratore – dicono gli esponenti dell’opposizione – scatta il gioco delle tre carte del sindaco Alessandrini e del vicesindaco Del Vecchio: oggi, all’improvviso, dopo giorni di dibattito, di sedute di Commissione e di domande, scopriamo che in realtà il Comune non costruirà il secondo depuratore, che i 30milioni di euro promessi dalla Regione Abruzzo serviranno a malapena per realizzare ‘vasche di prima pioggia’, non si sa quante, e che comunque quei 30milioni di investimento saranno completati non prima di 3 anni, portando la capacità depurativa dell’impianto di via Raiale dagli attuali 70milioni di metri cubi di reflui al giorno ad appena 75mila metri cubi, quando le attuali emergenze richiederebbero una capacità di almeno 90mila metri cubi al giorno. Se il vicesindaco Del Vecchio voleva convincerci dell’inutilità di quella delibera, che giovedì tornerà in Consiglio comunale, può stare tranquillo, c’è riuscito, e allora più che mai giovedì chiederemo la sospensiva del provvedimento, perlomeno in attesa del vertice convocato in Regione per il 6 marzo”.
‘PESCARA MI PIACE’: “CITTA’ CONDANNATA AI DIVIETI ANCHE NEL 2017”
“Il dado è tratto: Pescara è già condannata a doversi preparare alla terza stagione estiva consecutiva con i divieti di balneazione sulla costa”, denunciano Berardino Fiorilli e Armando Foschi dell’associazione ‘Pescara Mi Piace’.
“Non è stata programmata alcuna opera di contenimento degli sversamenti nel fiume e nel mare di liquami a ogni minima pioggia – osservano – non è stato previsto alcun intervento per fronteggiare l’emergenza e anche le opere in corso, a partire dal potenziamento del depuratore di via Raiale per 8milioni di euro, che comunque non sarà completato prima di un anno, saranno inutili sul fronte degli sversamenti. Lo hanno detto oggi il sindaco Alessandrini e il vicesindaco Del Vecchio che hanno tranquillamente dichiarato la resa, come se ciò bastasse a esonerarli dalle proprie responsabilità di pubblici amministratori. Ovviamente non possiamo accettarlo e a questo punto ci rivolgeremo direttamente al Prefetto Provolo affinchè metta in atto qualunque azione utile di Governo per tutelare la città”.