Mare-Monti, D’Alfonso e Toto ad un passo dalla prescrizione
PESCARA, 20 ottobre – Un processo lumaca, che vede imputati pezzi da novanta della scena pubblica abruzzese e che è destinato a terminare con la prescrizione per la maggior parte dei reati. Si tratta del processo Mare-Monti, frutto di un’inchiesta che risale al 2008 e che conta undici imputati, tra i quali l’attuale presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e gli imprenditori Carlo, Alfonso e Paolo Toto. Il procedimento, ripreso oggi davanti al tribunale collegiale di Pescara, riguarda fatti particolarmente vecchi, accaduti tra la seconda metà degli anni Novanta e i primi anni del Duemila. Il dilatarsi dei tempi processuali, causato da continui rinvii, difficilmente consentirà di appurare se siano stati commessi dei reati. Al riparo dalla prescrizione restano solo una serie di illeciti amministrativi, che chiamano in causa le eventuali responsabilità delle società coinvolte nel procedimento.
L’inchiesta verte essenzialmente sulla mancata realizzazione della Strada Statale 81, la cosiddetta Mare-Monti, nell’area Vestina, e sulla perizia di variante approvata dalla Provincia di Pescara, allora presieduta da D’Alfonso, che secondo l’accusa avrebbe favorito i Toto, permettendo loro di realizzare la strada, senza le necessarie autorizzazioni, all’interno della riserva naturale del lago di Penne.
Questa mattina, davanti al collegio presieduto dal giudice Rossana Villani, sono sfilati quattro testimoni dell’accusa, rappresentata dal pm Gennaro Varone. Sono stati ascoltati prima Fernando Di Fabrizio e Claudio Giancaterino, in qualità di direttore e tecnico della riserva naturale, che hanno ripercorso i passaggi legati alla perizia di variante al centro del procedimento. Subito dopo è stata la volta di Antonio Margiotti, consulente della Forestale nell’ambito dell’indagine. Infine ha preso la parola Michele Brunozzi, assistente capo del Corpo Forestale di Pescara, che ha risposto alle domande di Varone, ripercorrendo le varie fasi dell’indagine. La deposizione di Brunozzi, data la corposità della materia, è stata interrotta e riprenderà nel corso della prossima udienza, fissata dal giudice al prossimo 24 aprile. In quell’occasione sarà ascoltato anche un consulente del pm.
Il governatore abruzzese è imputato per falso e truffa, e le sue eventuali responsabilità risalgono al periodo in cui ricopriva l’incarico di presidente della Provincia di Pescara, tra il 1995 e il 1999. In base all’impianto accusatorio, l’appalto per la realizzazione della strada Mare-Monti sarebbe stato stravolto con l’obiettivo di renderlo vantaggioso per l’impresa Toto Costruzioni Spa.
Gli altri imputati, che insieme a D’Alfonso e agli esponenti della famiglia Toto devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, truffa aggravata, falso ideologico e concussione, sono il progettista della strada, Carlo Strassil, il responsabile del procedimento ed ex provveditore alle opere pubbliche della Regione Toscana, Fabio De Santis, il commissario straordinario Valeria Olivieri, il membro del Cda della Toto Costruzioni Cesare Ramadori, il direttore dei lavori, Paolo Lalli, il dirigente dell’Anas Michele Minenna e Angelo Di Ninno, funzionario incaricato dalla Provincia di Pescara di valutare l’incidenza ambientale della variante.