Maxi blitz della Finanza: due arresti, cento denunce e capi sequestrati per 2 milioni e mezzo di euro
PESCARA, 14 novembre – Due persone arrestate e cento denunciate nell’ambito di una maxioperazione anticontraffazione che la Guardia di Finanza di Pescara ha condotto, partendo da un banale controllo e risalendo via via la filiera commerciale, allo smantellamento di un sistema di produzione allargato al territorio regionale.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita questa mattina nei confronti di due extracomunitari. Il provvedimento è stato emesso all’esito di un’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara, avviata nel mese di novembre 2017. Controllando un giovane senegalese, i militari hanno rinvenuto un migliaio di capi di abbigliamento e di pelletteria contraffatti, oltre a macchinari per il confezionamento e numerose etichette di note griffe.
Continuando a indagare i Finanzieri hanno scoperto che l’uomo era di fatto un “grossista” che fungeva da tramite tra produttori e rivenditori dei beni contraffatti.
Ai primi di dicembre i militari hanno messo sotto controllo una palazzina a Montesilvano in cui si notava un grosso movimento di extracomunitari con bustoni o borsoni.
Non c’è voluto molto a individuare l’appartamento in cui si recavano e, di conseguenza, a effettuare una perquisizione.
In casa c’erano senegalesi che lavoravano sui capi cucendo le etichette: sono finite sotto sequestro macchine da cucire, punzonatrici, pressa di stampo a caldo utilizzata per la produzione di etichette nonché vari metri quadrati di pelle, decine di rocchetti di cotone di vari colori, un pc connesso a un plotter per la creazione di etichette oltre a centinaia di etichette già stampigliate e numerosi capi di abbigliamento già pronti per la vendita, per complessivi 10.000 articoli. Due i senegalesi denunciati alla Procura.
Andando avanti con le indagini, anche con il supporto delle intercettazioni telefoniche, è emersa una fitta rete di contatti con cittadini italiani ed extracomunitari, siti in varie zone d’Italia (Abruzzo, Marche, Puglia, Lombardia e Campania), che acquistavano dagli indagati pescaresi i capi contraffatti per la successiva rivendita a clienti finali.
In più, gli indagati fornivano ad altre persone decine di migliaia di etichette di note griffes che sarebbero state successivamente apposte sui “capi anonimi” e, soprattutto, indicazioni utili a individuare, alcuni depositi/laboratori in cui venivano confezionati i capi contraffatti. In particolare, i materiali venivano ceduti a un opificio di Castellalto in cui veniva rinvenuto un cittadino senegalese intento ad apporre etichette su capi “anonimi” e a un’attività, gestita di fatto da due soggetti teramani, che li poneva in vendita all’interno di un centro commerciale di Bellante, dove sono stati trovati centinaia di capi contraffatti Woolrich, Colmar, Stone Island e Moncler.
3500 i capi irregolari individuati, tra abbigliamento ed etichette, oltre a macchine per cucire e materiale necessario al confezionamento. Tre i denunciati, un senegalese e due teramani.
La Guardia di Finanza è poi arrivata fino a Civitanova Marche , dove la merce contraffatta veniva rinvenuta stoccata in due cabine di uno stabilimento balneare: giubbini, pantaloni, foulard e borse con le etichette di Louis Vuitton, Burberry, Gucci, Woolrich, Save the Duck, Colmar, Ciesse Piumini, Napapijiri, orologi Rolex, Audemars Piguet, Patek Philippe, per complessivi 85.000 pezzi.
Complessivamente, sono stati effettuati 10 interventi operativi tra Pescara, Montesilvano, Castellalto, Bellante e Civitanova Marche, che hanno permesso di sequestrare oltre 100.000 articoli di merce contraffatta per un valore complessivo alla vendita di circa 2,5 milioni di euro.