Mazzette per la ricostruzione, dieci arresti all’Aquila
L’AQUILA, 19 luglio – Ancora sospetti di mazzette negli appalti pubblici della ricostruzione dell’Aquila.
Dalle prime ore della mattinata è in corso una vasta operazione del Comando provinciale dei Carabinieri nell’ambito di un’inchiesta della Procura della repubblica dell’Aquila.
Sono state eseguite dieci ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e sono stati notificati cinque provvedimenti di applicazione del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale. Gli indagati sono complessivamente 35, comprese le persone poste ai domiciliari e i cinque professionisti sottoposti a provvedimento di divieto.
Ai domiciliari sono finiti Lionello Piccinini, Antonio Zavarella, Berardino Di Vincenzo, Marcello Marchetti, Mauro Lancia, Giampiero Fracassa, Vito Giuseppe Giustino, Antonio Loiudice, Graziantonio Loiudice e Leonardo Santoro. Le interdizioni dall’esercizio dell’attività professionale, riguardano persone residenti in Abruzzo, Campania, Marche e Puglia: Giancarlo Di Vincenzo, Alessandra Del Cane, Michele Fuzio, Domenico Pazienza e Michele Buzzerio.
L’indagine condotta dai Carabinieri, con il coordinamento del procuratore capo Michele Renzo e del pm Antonietta Picardi sarebbe partita dall’inchiesta sui lavori a Palazzo Centi, sede della Presidenza della Regione prima del terremoto, e sarebbe supportata da rilevante materiale proveniente da intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che da video e foto.
Uno degli anelli di congiunzione tra le inchieste è Berardino Di Vincenzo,l’ex segretario generale del ministero dei Beni Culturali d’Abruzzo ora in pensione, che è tra i 10 indagati finiti agli arresti domiciliari: il suo nome compariva anche nel fascicolo relativo proprio a Palazzo Centi. Con Di Vincenzo, che in passato ha ricoperto la carica di sindaco di Caporciano, è indagato anche il figlio Giancarlo, architetto, tra i cinque che hanno ricevuto la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale.
Perquisizioni e sequestri sono in corso all’Aquila, Teramo, Pesaro Urbino, Bari e Benevento. Tra i reati contestati la corruzione, l’abuso d’ufficio e la turbativa d’asta.
Le indagini toccano appalti pubblici gestiti dagli uffici regionali del Mibact: sono una quindicina le commesse pubbliche finite all’attenzione degli inquirenti, tra cui quelli per il Teatro comunale dell’Aquila e quelli per la ricostruzione della Torre medicea di Santo Stefano di Sessanio.
IL MINISTERO AVVIA INDAGINE ISPETTIVA
Il Mibact “nel pieno rispetto del lavoro degli organi inquirenti e con spirito di collaborazione”, ha avviato un’indagine interna per verificare l’iter dei procedimenti amministrativi per la ricostruzione e restauro del patrimonio architettonico aquilano danneggiato dal sisma del 2009 e dagli ulteriori eventi sismici del 2016.
La procedura ispettiva, precisano dal ministero di beni culturali e turismo, “servirà a ricostruire dall’interno i singoli procedimenti amministrativi interessati dall’indagine e a adottare gli eventuali provvedimenti per ripristinare l’ordinaria legalità nell’esercizio delle funzioni attribuite agli uffici del Mibact coinvolti”.
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