Montesilvano, ecco lo Sprar: cambiano le regole per i migranti rifugiati in città
MONTESILVANO, 26 aprile – Montesilvano, con il progetto Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che verrà attivato dal Comune, non sarà più un mero dormitorio per i profughi. I migranti, infatti, entreranno a far parte di un sistema articolato, finalizzato all’integrazione socio-lavorativa e abitativa, con attività e servizi di accoglienza, orientamento, accompagnamento legale e mediazione interculturale. Il progetto ridurrà anche il numero dei migranti presenti sul territorio.
Stamani il progetto è stato illustrato nel dettaglio in conferenza stampa dal sindaco, Francesco Maragno, insieme ai membri della Giunta, dal commissario straordinario e direttore dell’Azienda Speciale, Luca Cirone ed Eros Donatelli, e dal direttore della Caritas diocesana Pescara-Penne, don Marco Pagniello. Attività e servizi previsti dal progetto verranno portati avanti da Comune, Azienda Speciale e dall’Ati Arci Pescara, Polis, Caritas diocesana e Cooperativa Sociale Ausiliatrice, mediante fondi di natura statale e non comunale.
Secondo quanto previsto dal progetto, a Montesilvano potranno essere presenti massimo 161 migranti, secondo un calcolo del Ministero dell’Interno che prevede 2,5 immigrati per ogni mille abitanti. Sessanta i rifugiati che potranno essere presenti nelle singole strutture, mentre, contestualmente, verranno chiusi i Centri di prima accoglienza (Cas) che ad oggi hanno accolto anche 300 persone per ciascuna struttura alberghiera.
L’immigrato che entra a far parte del sistema Sprar deve sottoscrivere un contratto obbligatorio che impegna lo al rispetto di regole ben precise e che lo vedrà coinvolto in attività di formazione e lavori socialmente utili gratuitamente. Dopo tre violazioni consecutive si perde lo status di profugo o rifugiato.
“Non potevamo continuare a far gestire da altri l’accoglienza dei migranti nella nostra città – ha sottolineato Maragno – Quella dell’accoglienza è una responsabilità alla quale tutti i Comuni italiani oggi devono far fronte. Con l’attivazione dello Sprar passiamo finalmente da una competenza statale e governativa ad una gestione comunale. Con il progetto, in attesa di essere approvato dal Ministero, andremo a frazionare il numero dei profughi accolti in diverse strutture sparse su tutto il territorio, evitando così situazioni ghettizzanti”.
“A tal riguardo – ha aggiunto – abbiamo riaperto la procedura per l’individuazione degli immobili adeguati all’accoglienza, che non potranno essere hotel e non dovranno trovarsi in zone a spiccata vocazione turistica o commerciale, aree già ad alta concentrazione di stranieri o ancora a rischio ordine pubblico. Abbiamo richiesto, inoltre, all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di mettere in disponibilità alcuni immobili confiscati proprio per tale finalità. Tale tipologia di accoglienza, infine, coinvolgerà donne e bambini e non solo uomini. Tutti questi aspetti rendono il progetto Sprar l’unico possibile per gestire questo fenomeno”.
“Il fenomeno della migrazione – ha detto don Marco Pagniello – esiste perché queste persone sono costrette, dalla guerra, dalla fame o da altre gravi circostanze, ad abbandonare il loro Paese. Come Caritas siamo impegnati nella gestione dello Sprar anche a Pescara e siamo convinti che questo sia l’unico sistema per garantire l’inclusione, su più livelli, dei migranti e al tempo stesso creare sicurezza per i cittadini. Solo con un’accoglienza diffusa tale fenomeno può essere gestito al meglio”.