MONTESILVANO, 17 settembre – Si stringe il cerchio attorno al killer di Antonio Bevilacqua, il 21enne rom freddato nella notte tra venerdì e sabato, in un ristopub di Montesilvano, con un colpo di fucile in pieno volto. Le indagini dei Carabinieri proseguono a ritmo serrato, con diverse ipotesi sul tavolo. Anche se la  più accreditata è quella secondo cui killer e vittima avrebbero avuto una lite all’interno del locale, con le indagini che si starebbero  concentrando proprio sulla persona che avrebbe avuto il diverbio con il 21enne.

Fondamentali, per ricostruire il quadro e arrivare ad individuare il responsabile, non solo le numerose testimonianze raccolte subito dopo il delitto (nel pub c’erano infatti una decina di persone) ma soprattutto le immagini delle numerose telecamere di sorveglianza che insistono nella zona.

Per investigatori ed inquirenti si tratterebbe di un delitto non programmato, con il movente individuato proprio nella lite scoppiata tra vittima e carnefice. Diverbio in seguito al quale il killer sarebbe uscito dal locale, avrebbe preso passamontagna e fucile per poi rientrare nel ristopub ed aprire il fuoco, “con calma e a sangue freddo”, come riferito dai testimoni.

A freddare Bevilacqua, come stabilito dall’autopsia, un solo colpo al volto, esploso probabilmente con un fucile a proiettili multipli. Dopo l’esame autoptico la salma di Bevilacqua è stata restituita ai familiari e domani, alle 15, nella chiesa di Sant’Antonio a Montesilvano, verranno celebrati i funerali del giovane.