Morte in cantiere a Mosciano: patteggia il figlio. A processo il committente dei lavori
TERAMO, 09 febbraio – Ad un anno dalla morte di Andrea Suriani, l’imprenditore edile teramano di 66 anni che il 7 febbraio dello scorso anno perse la vita cadendo da una porta finestra nel cantiere di una palazzina in ristrutturazione a Mosciano, la vicenda giudiziaria vede un primo punto fermo nell’udienza preliminare che questa mattina ha visto il figlio dell’uomo, Jacopo Suriani, patteggiare un anno e quattro mesi, pena sospesa, per omicidio colposo, in qualità di titolare della ditta che stava svolgendo i lavori.
Il giovane imprenditore, assistito dall’avvocato Gennaro Cozzolino, ha dato anche la propria disponibilità a svolgere due mesi di servizio socialmente utile presso la Croce Rossa di Teramo.
Per la stessa vicenda è stato inoltre rinviato a giudizio il committente dei lavori, Gianluca Potenza, assistito dall’avvocato Marco Sgattoni, con il processo a suo carico che si aprirà nel mese di aprile.
La vittima, che quel giorno stava lavorando nel cantiere di una palazzina a Mosciano, in via Papa Giovanni XXIII, morì cadendo da una porta finestra. Una morte per la quale la Procura contestava al figlio, in virtù del suo ruolo, come si legge nel capo di imputazione, di “non aver adottato misure idonee al caso specifico ad impedire la caduta di persone“. Al committente dei lavori viene invece contestata la “mancata nomina di un tecnico professionista del settore edile a cui dare incarico di coordinamento in fase di progettazione ed esecuzione dell’opera e che potesse dettare soluzioni tecniche e misure da rispettare mediante la redazione di un piano di sicurezza“.