Nadia e Bartolo, il Pm ha chiuso l’inchiesta: pescarese accusato di circonvenzione di incapace
PESCARA, 4 maggio – Vivono soli e vanno avanti giorno dopo giorno grazie a una piccola pensione di invalidità: Nadia e Bartolo sono due persone semplici e gentili, finite loro malgrado alla ribalta nazionale per un raggiro compiuto ai loro danni e svelato dalla trasmissione televisiva “Le Iene”.
A scoprire la vicenda sono state le figlie della coppia, vent’anni fa allontanate dai genitori, con i quali sono poi casualmente tornate in contatto. Le donne hanno capito che qualcuno stava approfittando dei loro genitori e si sono rivolte al programma televisivo.
Ora la Procura della Repubblica di Pescara ha chiuso l’indagine sulla vicenda e ha accusato di circonvenzione di incapace e millantato credito un trentacinquenne pescarese, Carmine Di Felice.
Nadia Baldacci e Bartolo Beninato avevano seriamente creduto che lui volesse aiutarli, perché Di Felice aveva fatto credere a Bartolo di potergli trovare un lavoro e, sulla base di questa finta promessa, ovviamente non corrispondente al vero, si era fatto consegnare i soldi della pensione che i due andavano a prelevare alle poste ogni mese.
Il 2 febbraio scorso, però, oltre alla troupe del programma “Le Iene è intervenuta anche la polizia, che ha trovato addosso a Di Felice la pensione di 1.100 euro ritirata poco prima dalla coppia.
Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe “abusato delle condizioni di infermità e dello stato di deficienza psichica della coppia – è scritto nell’avviso di conclusione delle indagini – inducendola a consegnargli in diverse occasioni, generalmente con cadenza mensile, pressoché in corrispondenza temporale con la riscossione della pensione, somme di denaro contante prelevate dai loro libretti postali” .
Tutto questo, “anche facendo loro credere pretestuosamente e falsamente trattarsi di somme dovute a titolo di compenso per sue asserite attività finalizzate al conseguimento di un posto di lavoro per Bartolo”.
Di Felice è accusato poi di millantato credito perché avrebbe esibito alla coppia “una falsa dichiarazione di impegno del vice sindaco di Pescara per l’avviamento al lavoro di Bartolo, dichiarazione manoscritta e recante la falsa firma del vice sindaco”.