Non è stato l’anestetico a uccidere l’orso. L’autopsia: era gravemente malato
L’AQUILA, 21 aprile – Non è stata l’iniezione di anestetico a uccidere l’orso marsicano morto dopo l’operazione di cattura condotta da personale del Parco Nazionale d’Abruzzo. Lo ha stabilito l’esame necriscopico condotto dal Nella giornata di ieri, presso la sede di Grosseto dell’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana,.
Ha assistito alle operazioni la dott.sa Erminia Scioli, medico veterinario della ASL n 1 dell’Aquila, competente per territorio.
Dall’esame della carcassa sono state escluse relazioni dirette tra l’anestesia e la causa di morte dell’orso, confermando la correttezza e la regolarità delle procedure messe in atto dal personale del Parco e del veterinario in particolare.
Al contrario, l’esame anatomopatologico dell’animale ha evidenziato un quadro complesso e critico a carico dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente.
L’animale, quindi, aveva problemi sanitari gravi, non valutabili dall’esame clinico al momento della cattura, che hanno determinato l’emergenza anestesiologica e di conseguenza la morte.
Considerato il quadro anatomopatologico complesso, per avere il referto completo della necroscopia, e quindi dei problemi sanitari dell’orso, sarà necessario, come avviene in questi casi, effettuare tutti gli accertamenti di laboratorio (istologico, batteriologico, virologico) che, in ultima analisi, consentiranno di individuare la patologia di cui l’animale soffriva.