Nuovi orari dei treni tra Teramo e Pescara, la protesta dei pendolari
TERAMO, 13 dicembre – I nuovi orari di Trenitalia sulle tratte abruzzesi non piacciono ai pendolari teramani che, riuniti in comitato, ne denunciano i limiti e i gravi disagi causati a chi, giornalmente, prende il treno per motivi di studio o lavoro.
Sotto accusa i nuovi orari sulla tratta Teramo-Pescara, oltre alle fermate cancellate e ai cambi obbligati a Pescata Centrale.
“Quello che è accaduto ad inizio settimana al trasporto ferroviario regionale è grave e preoccupante – denunciano i pendolari – Lo stravolgimento degli orari del mattino, le fermate di Bellante, Notaresco e Silvi cancellate, i cambi obbligati alla stazione di Pescara centrale per chi va o viene da Porta Nuova o da Tribunale-Università sono solo alcuni dei numerosi disagi che il nuovo orario ha determinato a persone che già di per se affrontano quotidianamente il sacrificio di doversi spostare per lavoro o per studio a decine di chilometri da casa”.
I pendolari, in particolare, contestano il fatto che nella fascia oraria che va dalle 7 alle 8 del mattino ci sia un unico treno da Teramo a Pescara, quello delle 7.47, puntando il dito anche contro la decisione di Trenitalia di far partire i treni serali per Teramo dalla stazione di Pescara centrale, “tagliando tutta la parte sud del capoluogo adriatico e costringendo i pendolari che vengono da Porta Nuova o da Tribunale-Università a salire su un treno per scendere qualche minuto dopo, percorrere 150 metri di binario per poi aspettare dieci minuti che parta il treno in direzione Teramo“.
Ma non solo. Perché a creare disagio è anche l’abolizione di alcune fermate sulla tratta Teramo-Pescara, in particolare quella di Bellante, “che costringe molte persone a spostarsi di diversi chilometri per raggiungere la stazione di S.Nicolò a Tordino o addirittura scendere direttamente a Giulianova per fruire dei numerosi e più frequenti collegamenti presenti sulla linea adriatica, magari provenienti da altre regioni“.
Una situazione insostenibile e che non porterebbe alcun beneficio in termini di tempo.
“I tempi di percorrenza non sono migliorati, considerando che venti anni fa per percorrere Teramo-Pescara Porta Nuova si impiegava meno di un’ora e oggi si va da un minimo di un’ora e dodici minuti fino ad un massimo di un’ora e cinquantuno minuti – concludono i pendolari – Il tutto per percorrere poco più di sessanta chilometri e con aumento tariffario di oltre il dieci per cento avvenuto solo qualche mese fa”.
Proteste sollevate anche da chi, giornalmente, si sposta da Teramo a Chieti, che non avendo più la linea diretta è costretto a cambiare a Pescara con enormi disagi e che per via degli orari delle coincidenze si trova costretto a perdere diverso tempo.
Da qui la richiesta di un’immediata revisione degli orari, con il ritorno a quelli in uso fino al 10 dicembre.