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Nuovi turni alla Gelco, proclamato lo stato di agitazione. Primo sciopero già domenica

Nuovi turni alla Gelco, proclamato lo stato di agitazione. Primo sciopero già domenica

CASTELLALTO, 29 giugno – Stato di agitazione con blocco delle ore aggiuntive ed una prima giornata di sciopero annunciata per domenica 2 luglio. E’ così che i lavoratori della Gelco hanno risposto alla nota aziendale sulla bocciatura, da parte dei dipendenti, del nuovo piano di turnazioni imposto dall’azienda. Piano rigettato dall’assemblea, con dipendenti e sindacati che chiedono la revoca immediata dell’ordine di servizio unilaterale dicendosi disponibili a “ragionare per individuare le giuste soluzioni ai problemi purché lo si faccia nel rispetto reciproco, escludendo toni paternalistici ed arroganti che non aiutano“.

“In merito alla nota diffusa dall’azienda Gelco srl nella giornata di ieri non siamo sorprese dal maldestro tentativo di voler utilizzare i media per creare un clima di ostilità da parte dell’opinione pubblica contro le legittime posizioni assunte dalla mestranze e dal sindacato in merito alla proposta aziendale di introdurre “un certo tipo di turnazione” a ciclo continuo – scrivono i rappresentanti di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – E’ bene che si sappia, infatti, che i lavoratori della Gelco già applicano,in alcuni reparti, il ciclo continuo con lo schema 5/2, già lavorano di domenica, quando è necessario, e non si sono mai sottratti rispetto alle necessitò aziendali sicché l’iniziativa mediatica volta a far apparire i dipendenti Gelco una massa di nullafacenti è da respingere al mittente”.

A confermare la produttività e l’impegno dei lavoratori, secondo i sindacati, la stessa azienda laddove rivendica il proprio ruolo di leadership nella produzione di gelatine e caramelle gommose, leadership raggiunta proprio grazie a “maestranze serie, responsabili ed estremamente competenti nel lavoro“.

Al contrario, secondo i sindacati, la causa del mancato accordo risiederebbe nell’atteggiamento aziendale, definito “arrogante”:

“Durante ogni passo della discussione si è posta con estrema arroganza intimando, in ogni occasione e fin dal momento in cui ha sottoposto la sua idea di nuovo modello di organizzazione del lavoro, che ‘o si firma l’accordo oppure imporremo il nostro ordine di servizio’. E’ evidente che su queste basi e con questi presupposti ogni tentativo da parte del sindacato di fare sintesi si è vanificato”.

A dimostrazione di quanto sostenuto i sindacati puntano il dito contro l’atto unilaterale del 28 giugno, con l’imposizione ai dipendenti di un modello organizzativo del lavoro “per il quale è invece necessario un accordo tra le parti che non c’è“.

Da qui la proclamazione dello stato di agitazione e di una prima giornata di sciopero per domenica.

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