Occupazione, Cisl Abruzzo: “Regione ancora in ritardo. In aumento soprattutto i contratti a termine”
PESCARA, 14 settembre – Se i dati Istat segnalano interessanti elementi di ripresa la Regione Abruzzo ha comunque ancora un grande gap da recuperare. E’ quanto sostiene la Cisl Abruzzo e Molise, che sottolinea come nonostante la crescita degli occupati dal primo al secondo trimestre 2017, “segno di una effettiva ripresa dopo le conseguenze catastrofiche del terremoto e degli eccezionali eventi atmosferici”, la regione sia ancora in ritardo rispetto al secondo trimestre dello scorso anno e soprattutto rispetto allo stesso periodo del 2008.
“Prima dell’avvio della crisi strutturale c’erano 23 mila posti di lavoro in più, ma anche l’anno scorso gli occupati erano 496 mila, 11 mila in più di quest’anno. E’ stata soprattutto l’agricoltura a pagare il peso della crisi – sostiene Leo Malandra, segretario generale Cisl Abruzzo Molise – seguita, in parte dai servizi. Regge bene invece il settore industriale che addirittura incrementa gli occupati, 7 mila in più rispetto allo scorso anno e addirittura 13 mila in più rispetto al 2008”.
Nell’analisi dei numeri relativi al tessuto economico-produttivo la Cisl fa riferimento anche ai dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, che rileva come per il lavoro subordinato, “quest’anno la situazione sia decisamente positiva, anche rispetto allo scorso anno”, con quasi 88mila nuovi contratti avviati tra gennaio e giugno, 14mila in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Peccato che nella stragrande maggioranza dei casi si tratti di contratti a termine. Anche se, sottolinea la Cisl, dati alla mano l’occupazione stabile continua a crescere. E questo grazie alla diminuzione delle cessazioni di rapporti di lavoro.
“Aumenta in modo straordinario il peso del contratto a termine e stagionale, che ha trascinato con sé tutte le altre tipologie contrattuali – continua Malandra – In particolare, interessante e significativo è l’andamento del contratto a tempo indeterminato: l’Inps segnala addirittura una diminuzione delle assunzioni nei primi 6 mesi dell’anno, ma contemporaneamente registra un crollo straordinario delle cessazioni, nettamente il più alto in Italia: ne consegue un saldo positivo in aumento del 20%. In sostanza, oggi in Abruzzo la quota di lavoro stabile continua a crescere (grazie alla diminuzione di licenziamenti, dimissioni, cessazioni), in misura superiore alla media nazionale”.
Tendenze confermate anche dal rapporto Excelsior, almeno per i prossimi due mesi.
“Nella Regione resta sempre consistente il peso del settore industriale, soprattutto nella media e grande industria, che conferma la spiccata vocazione produttiva di alcuni territori (Chieti e Teramo), anche se le occasioni di lavoro oramai si concentrano soprattutto nei servizi (2 su 3). – prosegue Malandra – Rispetto al resto del paese, l’Abruzzo è sotto la media per l’apprendistato. Le imprese locali preferiscono i contratti non dipendenti e le forme di collaborazione. Ma è soprattutto il contratto di somministrazione a trovare il favore degli imprenditori: nell’industria manifatturiera quasi 1 nuovo contratto su 3 verrà stipulato con le Agenzie interinali”.
Una situazione a fronte della quale, secondo la Cisl, “non è più rinviabile l’avvio di una serie di azioni coordinate di politica attiva a favore di lavoratori ed imprese”, dall’aumento delle risorse per i centri per l’impiego allo sblocco delle azioni e dei progetti del Masterplan, dal Patto per lo sviluppo e dalla Carta di Pescara.