Omicidio di Montesilvano, Fantauzzi: “Volevo solo gambizzare Antonio, una persona mi ha aiutato”
PESCARA, 26 settembre – Massimo Fantauzzi avrebbe agito insieme ad un’altra persona, con l’intenzione di gambizzare Antonio Bevilacqua e la persona che si trovava in compagnia della vittima al momento dell’omicidio. Inoltre sarebbe stato proprio l’amico di Bevilacqua, e non il ragazzo freddato con un colpo di fucile, a pronunciare l’offesa che avrebbe provocato la folle reazione di Fantauzzi. E’ quanto riferito questa mattina dal reo confesso, al gip indicato per rogatoria, nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto in una località segreta, fuori regione, in merito all’omicidio di Antonio Bevilacqua, il giovane assassinato la notte tra il 15 e il 16 settembre nel ristopub BirraMi di Montesilvano.
Fantauzzi, a detta del suo avvocato Pasquale Provenzano, è apparso provato ma determinato a fornire la massima collaborazione. L’interrogatorio è durato soltanto una decina di minuti, con Fantauzzi che ha chiesto di poter parlare al più presto con il pm della Procura di Pescara, Paolo Pompa, per chiarire ulteriori dettagli. Quanto affermato dal reo confesso questa mattina, nel frattempo, apre nuovi scenari sull’omicidio, tirando in ballo altre persone:
“Volevo solo gambizzare Bevilacqua e l’altra persona che era con lui, ma purtroppo è partito un colpo ed è successo quello che è successo. L’offesa non era partita da Antonio, ma dalla persona che si trovava con lui nel locale, e non era rivolta a me, ma alla persona che si trovava insieme a me al momento dell’omicidio”.
Sulla base della versione fornita da Fantauzzi, dunque, l’omicida sarebbe stato aiutato da un’altra persona. Quella persona che – fino a questo momento – non risulta indagata e che finora era stata coinvolta nella vicenda soltanto in qualità di supertestimone. A detta di Fantauzzi, inoltre, questa persona sarebbe l’unica ad avere giocato un ruolo nella vicenda e nessun altro avrebbe agito per aiutarlo.
Questa quindi la dinamica dell’accaduto, stando alle rivelazioni rese questa mattina, che naturalmente dovranno essere verificate: nella notte tra il 15 e il 16 settembre un amico di Bevilacqua avrebbe rivolto l’epiteto “infame” alla persona che si trovava in compagnia di Fantauzzi. Successivamente Fantauzzi e la vittima dell’offesa sarebbero usciti dal locale arrabbiati, sarebbero andati a casa di Fantauzzi per prendere l’arma e sarebbero tornati separatamente sul posto – Fantauzzi a bordo di una moto e l’altro a bordo di un’auto – con l’intenzione di dare una lezione a Bevilacqua e all’altra persona che si trovava in quel momento in compagnia della vittima. Il piano iniziale avrebbe previsto una duplice gambizzazione, ma si sarebbe trasformato in un omicidio a causa di un colpo partito accidentalmente dal fucile imbracciato da Fantauzzi.