Omicidio Francavilla, Monia uccisa per 740 euro. Più colpi in testa e un taglio alla gola
FRANCAVILLA AL MARE, 12 gennaio – Più colpi alla testa, con un sasso ornamentale, e una profonda ferita alla gola, inferta con una scheggia di vetro. Solo l’autopsia chiarirà le cause esatte del decesso, ma, all’indomani dell’omicidio di Francavilla al Mare, emergono ulteriori dettagli sull’accaduto e una cosa è certa: Monia Di Domenico, psicologa 45enne di Pescara, è morta per 740 euro, cioè due mesi di affitto arretrato. Soldi che era andata a farsi consegnare da Giovanni Iacone, 48 anni, a cui a settembre aveva dato in uso un’abitazione di famiglia non più utilizzata, ma lui, al culmine di una discussione, l’ha uccisa.
Subito arrestato dai Carabinieri con l’accusa di omicidio volontario, il 48enne, cuoco disoccupato e con un precedente per rapina, ora è in carcere. Nel corso dell’interrogatorio davanti al pm di Chieti Giuseppe Falasca ha fornito una prima ricostruzione dell’accaduto ed ha ammesso le proprie responsabilità.
Verso le 17.30 di ieri, la 45enne raggiunge l’appartamento di via Monte Sirente 65 per chiedere i due mesi arretrati di pagamenti. Lui è di nuovo senza soldi e nasce una discussione, che degenera. Iacone prende un sasso ornamentale e colpisce più volte la psicologa alla testa. Nella colluttazione lei finisce su un tavolo di vetro, che va in frantumi. Poi, ma questo dettaglio è ancora al vaglio degli inquirenti, proprio con una scheggia di vetro del tavolo la ferisce alla gola. Il 48enne poi, quasi in stato confusionale, avvolge il corpo in un lenzuolo bianco e lo trascina dal primo al quarto piano, nei locali sottotetto, lasciandosi dietro una lunga scia di sangue. A lanciare l’allarme è un vicino di casa, richiamato dal trambusto. Quando arrivano i Carabinieri Iacone dice che il sangue è suo e che si è ferito dopo la rottura di un tavolo di vetro – presenta infatti una ferita sul palmo della mano, poi suturata dal personale sanitario – ma ai militari basta seguire le tracce ematiche per trovare la 45enne, già morta.
Il corpo di Monia Di Domenico presenta più lesioni al capo, dovute ad azioni traumatiche violente, ed una profonda ferita lacerocontusa alla gola. In sede di interrogatorio, il 48enne ha riferito che Di Domenico se la sarebbe provocata nella caduta sul tavolo, ma gli investigatori non escludono che lui l’abbia colpita anche con una scheggia di vetro, per finirla. Questo potrà essere chiarito solo dall’esame autoptico, che verrà eseguito non prima di sabato dal medico legale Cristian D’Ovidio.
Visibilmente scosso, durante l’interrogatorio, andato avanti quasi fino all’una di notte, Iacone ha ammesso le sue responsabilità, parlando di un eccesso d’ira e di una situazione sfuggita di mano. Nell’abitazione di Francavilla, sottoposta a sequestro, sono in corso ulteriori accertamenti da parte dei militari della Sezione investigazioni scientifiche del Comando provinciale di Chieti. Delle indagini si occupano i Carabinieri della Compagnia di Chieti e della Stazione di Francavilla, rispettivamente agli ordini del maggiore Federico Fazio e del luogotenente Antonio Solimini, supportati dai colleghi del Nucleo Investigativo.
Di Domenico oggi sarebbe dovuta partire per Parigi. Amava viaggiare, ricordano infatti i suoi amici, ed aveva girato il mondo.