Omicidio Montesilvano, prima udienza: i parenti di Bevilacqua contro Fantauzzi, tensione in tribunale
PESCARA, 5 luglio – Attimi di tensione in tribunale, a Pescara, prima dell’inizio dell’udienza preliminare nel processo a Massimo Fantauzzi, 47 anni, responsabile dell’omicidio di Antonio Bevilacqua, 21enne rom ucciso con un colpo di fucile, la notte del 16 settembre scorso, all’interno di un pub di Montesilvano. Davanti alla stanza dove si trovava il reo confesso in attesa dell’udienza, infatti, c’erano una ventina di persone tra parenti ed amici della vittima, che hanno iniziato ad urlare contro l’omicida.
La madre del 21enne, in particolare, ha ripetuto più volte “era mio figlio, era il mio bambino”.
La protesta ha richiamato l’attenzione dei tanti presenti in tribunale e davanti all’aula è arrivato anche il procuratore capo Massimiliano Serpi. Presenti anche le forze dell’ordine.
OMICIDIO BEVILACQUA: TUTTE LE NEWS
AGGIORNAMENTO ORE 16.00
L’udienza preliminare a carico di Massimo Fantauzzi, 47 anni, reo confesso dell’omicidio di Antonio Bevilacqua – il 21enne ucciso con un colpo di fucile la notte del 16 settembre scorso in un pub di Montesilvano – slitta al 12 settembre. Il gup Nicola Colantonio, stamani, ha rinviato l’udienza perché non sono state citate tutte le parti offese. Fantauzzi, pizzaiolo montesilvanese, reo confesso, è accusato dal pm Paolo Pompa di omicidio volontario.
Oltre all’imputato, in aula c’erano la madre, la moglie, il fratello e la sorella della vittima. “Animale, bestia”, ha urlato la madre del giovane all’omicida mentre veniva condotto fuori dall’aula in manette. Momenti di tensione si sono registrati anche prima dell’inizio dell’udienza.
“Avete visto tutto questo trambusto – ha detto il legale della famiglia Bevilacqua, l’avvocato Giancarlo De Marco – perché si tratta sempre di un ragazzo di venti anni ucciso e quindi si può anche capire un’animosità. I familiari sono molto risentiti perché il pubblico ministero non ha contestato l’aggravante dei futili motivi, che sembrerebbe invece sussistere perché si è trattato di un omicidio che non ha alcuna giustificazione”.
L’avvocato Di Marco si è poi soffermato su un altro aspetto della vicenda: “Fantauzzi inizialmente ha accusato di complicità Nunzio Mancinelli, salvo poi ritrarre davanti al pm. Il 15 febbraio, però, ha dichiarato alla polizia penitenziaria di non aver detto la verità in precedenza e ha accusato Mancinelli di essere suo complice, chiedendo di poter riferire in merito al pm. Dopo questa richiesta, però, non mi risulta che Fantauzzi sia stato ascoltato. Nonostante la presenza di elementi di così grave entità – ha concluso l’avvocato – il pm insiste nella richiesta di archiviazione nei confronti di Mancinelli”.
Nunzio Mancinelli, 48anni, è l’uomo con cui Fantauzzi trascorse il pomeriggio, la sera e una parte della notte prima del delitto. Il 48enne ha sempre sostenuto di essere assolutamente estraneo ai fatti. Il pubblico ministero il 27 febbraio scorso ha chiesto l’archiviazione per Mancinelli, per il quale, tra l’altro, i carabinieri nella fase delle indagini chiesero l’arresto. Il pm ha motivato la sua richiesta con l’insussistenza di elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio. La madre del 21enne si è però opposta e il 24 luglio, davanti al gip Gianluca Sarandrea, si terrà l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione per Mancinelli.