Ospedale di Popoli, De Matteo e Di Nino contro la Regione: “Delibera elettorale senza contenuti”
CHIETI, 16 febbraio – Fumo negli occhi dei cittadini di Popoli e del comprensorio: così Emilia De Matteo e Antonella Di Nino, candidate per Forza Italia rispettivamente alla Camera e al Senato, definiscono la delibera regionale sull’ospedale di Popoli. Un atto vuoto e palesemente elettorale.
“Per dimostrare che si tratta di un provvedimento ad uso e consumo della campagna elettorale basta osservare che la Delibera numero 59 è clamorosamente priva delle firme del dirigente del Servizio, Germano De Sanctis, e del Responsabile dell’Ufficio Rosaria Di Giuseppe, mentre c’è la firma di Anna Rita Capodicasa (moglie del capo della segreteria del governatore Luciano D’Alfonso). Firme dei due dirigenti della Direzione Regionale che, invece, ci sono regolarmente sulla DGR n. 24 del 24 gennaio 2018 che approva l’Atto Aziendale della Asl di Pescara. E’ da notare e rilevare, inoltre, come le firme del dirigente e delrResponsabile, lo stesso giorno, siano regolarmente apposte nelle Delibere numero 50 e 51 che, proprio il 2 febbraio, hanno approvato gli Atti Aziendali rispettivamente delle Asl di Teramo e di Lanciano Vasto Chieti”.
Il problema, per le due esponenti di Forza Italia, non è solo nella forma, ma anche nei contenuti:
“Il Governo D’Alfonso – sottolineano Emilia De Matteo e Antonella Di Nino – cerca di mettere riparo alle sue scelte scriteriate in materia di rete ospedaliera ma sul nosocomio di Popoli si supera perché nella delibera nr. 59 stabilisce che le strutture esistenti restano aperte e tuttavia nulla dice sulla quantificazione delle risorse finanziarie, mentre per quanto riguarda gli organici rimanda ad un Piano del Fabbisogno che la Asl di Pescara dovrebbe preparare in 15 giorni: una corsa contro il tempo i cui termini scadranno domani. Siamo davvero curiose di vedere cosa verrà fuori in concreto. Ma nel travaglio che sta vivendo l’ospedale di Popoli colpisce anche il dato politico: la delibera numero 59 è stata approvata dalla Giunta di centro sinistra con una maggioranza risicatissima, con i voti di 4 assessori su 7. L’impressione – concludono le due candidate – è che in molti abbiano voluto prendere le distanze da un provvedimento palesemente strumentale e non hanno messo né la faccia né la firma sotto quella che ha tutto il sapore di una presa in giro ad un’intera comunità”.