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Palazzo Gavioli, chieste condanne complessive per oltre 9 anni

Palazzo Gavioli, chieste condanne complessive per oltre 9 anni

TERAMO, 7 marzo – A cinque anni dal rinvio a giudizio degli 8 imputati per il presunto abuso edilizio di palazzo Gavioli a Giulianova, il processo si avvia alle ultime battute. Questo pomeriggio, infatti, è stata la volta della requisitoria del pm Silvia Scamurra, che ha chiesto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per l’abuso edilizio e per un’ipotesi di falso e abuso d’ufficio, e la condanna ad oltre nove anni complessivi per tre degli imputati per una seconda ipotesi di falso ed abuso d’ufficio.

Nello specifico è stata chiesta la sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per il reato di abuso d’ufficio per  Dino Gavioli, Nino Gavioli, Valter Di Domenico, Roberto Olivieri e Severino Di Donato, e per il reato di falso ed abuso d’ufficio per Roberto Olivieri, Severino Di Donato e Dino Gavioli.

Sempre per l’abuso edilizio è stata chiesta invece l’assoluzione con formula piena per non aver commesso il fatto per  Maurizio Mario Nori e Luciano Lenzi, essendo emerso dagli atti, secondo la Procura, che nessuno dei due aveva rivestito in realtà il ruolo di direttore dei lavori, come gli era stato contestato.

Diversa la situazione per l’ultimo capo di imputazione, relativo ad una seconda ipotesi di falsità ideologica ed abuso d’ufficio, contestato in concorso a Flaviano Core come dirigente all’urbanistica del comune di Giulianova, Roberto Olivieri come responsabile del procedimento amministrativo relativo alla richiesta di variante al permesso a costruire e Dino Gavioli quale istigatore, per il quale è stata chiesta la condanna a 3 anni e 6 mesi per Gavioli e Olivieri e a 2 anni e sei mesi per Core.

Per l’accusa, infatti, i due dirigenti comunali, istigati da Gavioli, avrebbero attestato falsamente la conformità dell’intervento edilizio ai parametri urbanistici e rilasciato un permesso di costruire in variante alla società Gavioli, consentendole così di realizzare opere in contrasto con il Prg.

L’inchiesta era scattata diversi anni fa dopo un esposto di alcuni cittadini e aveva visto la Procura aprire un fascicolo per abuso edilizio nel quale si contestava la costruzione del palazzo in questione, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, in assenza di permesso a costruire. Secondo l’accusa, infatti, i lavori erano  iniziati dopo la scadenza annuale del termine per l’avvio delle opere, con la Procura che riteneva  il titolo comunque inesistente sia perché rilasciato sulla base di un progetto non conforme alle prescrizioni di legge e alle norme del Prg,  sia in quanto “frutto di un’attività delittuosa in concorso del responsabile del procedimento amministrativo e dell’istruttore tecnico, su istigazione di Gavioli Dino”, come si legge nel capo di imputazione.

Dopo la discussione del pm e delle parti civili il processo è stato aggiornato ad aprile per le arringhe difensive.

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