Parco “Villa delle Rose” di Lanciano, D’Alfonso rischia il processo per falso ideologico
PESCARA, 18 settembre – Rischia il processo l’ex presidente della giunta regionale e attuale senatore del Pd Luciano D’Alfonso, per la vicenda riguardante la delibera di indirizzo approvata dalla sua squadra di governo e avente ad oggetto la riqualificazione e realizzazione del parco pubblico “Villa delle rose” di Lanciano. Oltre che per il governatore, il pm Rosaria Vecchi ha chiesto il rinvio a giudizio per gli assessori ed ex assessori della sua amministrazione Silvio Paolucci, Dino Pepe, Marinella Sclocco e Donato Di Matteo, per l’ex segretario particolare del governatore Claudio Ruffini e per il capo di gabinetto Fabrizio Bernardini. L’udienza, davanti al gup Gianluca Sarandrea, si terrà il prossimo 5 marzo.
Il reato contestato dal pm, a tutti gli imputati, è di falso ideologico in concorso. Al centro dell’inchiesta la delibera numero 367 del 3 giugno del 2016, con la quale la giunta regionale ha posto le basi per il recupero dell’ex ippodromo di Lanciano.
Secondo la procura, quel primo atto sarebbe viziato da un falso, in quanto gli imputati, “in concorso tra loro, previo accordo telefonico intercorso tra D’Alfonso e Ruffini, la cui azione era consapevolmente diretta al medesimo fine della falsa attestazione”, avrebbero attestato, “contrariamente al vero”, la presenza di D’Alfonso alla seduta straordinaria di giunta, svoltasi nella sede della Regione Abruzzo a Pescara.