Per il gioco fisico il 2021 è già peggio del 2020: i dati della crisi
PESCARA, 22 giugno – Tutti i settori hanno registrato delle perdite a causa del Covid-19, ma il gioco d’azzardo ne è uscito con le ossa piuttosto rotte dopo l’ultimo ciclo di chiusura. Le misure di contenimento per far fronte alla pandemia hanno praticamente piegato il gioco pubblico azzerandone le entrate, quantomeno nel settore fisico, con la serrata di agenzie, sale slot, scommesse e casinò.
Dall’altro lato il boom del settore online nel 2021, trend che conferma i dati dell’anno passato, ha fatto sorridere l’intera filiera ma il gioco fisico resta comunque importante e va ripreso. Seppur i numeri del primo trimestre. Dal report sono emersi 2,64 miliardi di euro sulle entrate, con un calo di 631 milioni di euro, circa il 19,3% rispetto allo stesso trimestre del 2020.
Questi dati tengono conto solo delle entrate tributarie. Numeri chiarificatori della situazione complicata, solo accelerata dalla pandemia. Sono più di 330 i giorni in cui le saracinesche dei locali da gioco sono rimaste abbassate, eccezion fatta per un paio di mesi nell’estate del 2020 in cui sembrava tutto finito. Il prossimo futuro, peraltro, è tutt’altro che roseo. Con la scadenza delle principali multiconcessioni, l’Erario si appresta a perdere più di qualcosa, in controtendenza se si considera che il gioco da sempre contribuisce alla salute delle casse del Fisco.
Rispetto al 2020 le perdite ammontano a 4 miliardi di euro. Considerando le entrate erariali da PREU, il gettito è in calo di 3,4 miliardi di euro: è una percentuale che supera il 50% del totale. Questo perché gli introiti da PREU sono oltre il 50% del gettito globale da giochi: ciò significa che la perdita 2020 va vicina al 40% del gettito globale. E per il 2021? Finirà questa crisi?
Le previsioni non sono incoraggianti. Il 2020 ha visto una chiusura coatta delle attività per un semestre ma l’anno era cominciato in piena normalità. Nell’anno corrente sono stati già raggiunti i mesi di chiusura dell’intero 2020. Gli introiti da Preu sono diminuiti di 1,15 miliardi di euro da gennaio a marzo 2021. Se si considera che il livello di tassazione PREU va ben al di là dell’attuale ricavo lordo della filiera, si può pensare che i ricavi mancanti, in un solo biennio, supereranno i 5,5 miliardi di euro. Le speranze che questi dati vengano sovvertiti sono assai pochi. L’unica ancora di salvezza, in attesa della riapertura definitiva, è oggi legata alle zone bianche dal momento che l’Italia va verso un completo azzeramento delle principali misure che per mesi hanno bloccato tutta la filiera produttiva, non escludendo ovviamente quella del gaming.