Pescara, controlli della Finanza fanno chiudere locale della movida
PESCARA, 13 giugno – Le prime violazioni erano state accertate, dalla Guardia di Finanza, un paio di mesi fa. Ulteriori accertamenti hanno portato, oggi, alla chiusura del Circolo privato “Qube”, ritrovo della movida pescarese nella zona di Portanuova.
I controlli effettuati il 14 aprile scorso, in occasione di un evento, avevano portato i finanzieri a contestare diverse violazioni, sia di carattere amministrativo (mancanza di autorizzazioni di pubblica sicurezza ed amministrative) che penale (rinvenimento di alcune dosi di sostanze stupefacenti e violazioni alla normativa in materia di diritti d’autore) oltre che in materia fiscale.
Successive indagini hanno consentito alle Fiamme Gialle pescaresi di appurare che al locale, benchè “mascherato” da circolo privato, con il solo pagamento delle quote di adesione, poteva accedere una “generalità indeterminata di clienti”, come ampiamente pubblicizzato mediante i social network. Un escamotage attuato al solo fine di eludere la normativa fiscale vigente.
Nella comunicazione inviata al Comune di Pescara, si ricordava inoltre che il circolo, già nel 2017, era stato oggetto di analogo controllo, terminato con la contestazione di violazioni di carattere amministrativo, e seguita da una diffida emessa dal Comune stesso.
Di nuovo l’ente è intervenuto emettendo questa volta un provvedimento di immediata chiusura con contestuale revoca dell’autorizzazione alla somministrazione del circolo privato “Blackbox Qube”, che è stato notificato al rappresentante legale, un 40enne residente a Montesilvano.
“L’operazione condotta dai Finanzieri – si legge in una nota – si inserisce in un più ampio contesto di attività di prevenzione, disposto dal Comando Provinciale, che ha già fatto registrare importanti risultati, tra i cui, non ultima, la chiusura di un analogo locale da intrattenimento di Città Sant’Angelo, che, alla stessa stregua, mascherato da circolo privato, svolgeva serate danzanti cui accorrevano numerosissimi giovani clienti e presso cui veniva tollerato l’uso tra gli stessi di sostanze stupefacenti”.