Pescara, è morto l’ex sindaco Carlo Pace. Ieri era stato investito da un’auto
PESCARA, 28 marzo – Non ce l’ha fatta Carlo Pace. L’ex sindaco di Pescara è morto nella notte in ospedale. Ieri pomeriggio era stato investito da un’automobile mentre attraversava la strada ed era stato ricoverato in ortopedia con una prognosi di 40 giorni. Ottantuno anni, ingegnere e docente universitario in pensione, Pace era stato sindaco di Pescara per due mandati, dal 1994 al 2003.
L’incidente era avvenuto nel primo pomeriggio in via Silvio Pellico. L’ex sindaco era stato travolto da una Peugeot 106 guidata da un 65enne di Pescara, che procedeva in direzione Sud-Nord. Subito soccorso dal 118, Pace era stato trasportato in ospedale, dove i medici gli avevano riscontrato alcune fratture. Dei rilievi e degli accertamenti si occupa la Polizia municipale di Pescara.
Dopo il ricovero, le condizioni di Pace si erano aggravate e ieri sera è stato disposto il trasferimento dal reparto di Ortopedia a quello di Rianimazione. Poi, nel corso della notte, la situazione è precipitata, fino alla morte, alle 6.30 di stamani.
La salma dell’ex sindaco è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il pm di turno, Anna Benigni, titolare del fascicolo, è in attesa di ricevere tutta la cartella clinica. Il conducente dell’auto che ha investito Pace, un pescarese di 65 anni alla guida di una Peugeot 106, come da prassi è indagato per omicidio colposo.
Pace lascia la moglie Rossana e i figli Bruno e Laura.
IL CORDOGLIO DEL MONDO POLITICO
In queste ore stanno fioccando, da ogni parte della regione, i messaggi di cordoglio per la scomparsa dell’ex sindaco. Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, ha espresso in una nota il suo pensiero:
“La scomparsa di Carlo Pace mi addolora profondamente. Ho sempre avuto con lui un rapporto sincero e collaborativo, e i suoi esperti suggerimenti non mancavano mai in tema di infrastrutture, soprattutto se si parlava del porto di Pescara o dell’aeroporto d’Abruzzo. Trovavo spesso i suoi commenti ai miei post su Facebook ed erano sempre nutriti dall’acuta sagacia che tutti – amici e avversari politici – gli hanno sempre riconosciuto. Nei nove anni vissuti in qualità di sindaco di Pescara ha coltivato la visione della ‘città veloce’ dando saggia concretezza alla vocazione naturale del capoluogo come fulcro dell’area metropolitana. Carlo, mi mancheranno il tuo sorriso e i tuoi preziosi consigli. Che la terra ti sia lieve, e che la sofferenza dei tuoi familiari per una perdita così dolorosa e improvvisa possa essere mitigata dalla memoria riconoscente di tutta la tua comunità”.
Così il sindaco in carica Marco Alessandrini:
“La scomparsa improvvisa di Carlo Pace ha lasciato in tutti noi un senso di vuoto, perché ieri abbiamo appreso dell’incidente, ma non immaginavamo un epilogo simile. Oggi Pescara perde prima di tutto un uomo per bene. Io ho avuto modo di conoscerlo meglio quando si era allontanato dalla vita politica, mantenendo comunque le sue passioni. Carlo Pace è stato una persona limpida, pulita e appassionata della sua Città, che ha continuato a seguire anche dopo la fine del suo lungo mandato da sindaco, scelto con l’allora neonato meccanismo dell’elezione diretta nel ’93, che lo ha visto per due mandati a Palazzo di Città. Una presenza sensibile e stimata, la sua, tanto che non avevo avuto difficoltà a confermarlo come componente del Comune all’ICRAnet che è stata la sua creatura, un’istituzione a cui teneva molto. Ci sentivamo spesso sulle questioni della Città e la sua è sicuramente una voce che ci mancherà molto. Personalmente mi stringo al cordoglio della moglie, dei figli e dei nipoti, lo faccio anche da sindaco interpretando di certo il pensiero della città che lo ricorda con affetto”.
Il presidente uscente del Consiglio comunale, Antonio Blasioli, ormai prossimo a diventare vice sindaco, afferma:
“Mi ha sempre piacevolmente impressionato lo spirito partecipante di Carlo Pace a molte delle iniziative della città. A prescindere dal passato da sindaco, dall’appertenenza politica, lui non faceva mancare presenza e supporto quando qualcosa lo interessava e lo avvinceva. Questo è segno di un senso civico innato, mite ed elegante come era lui. La città perde un testimone importante e un cittadino appassionato del suo futuro”
Carlo Masci, amico personale e assessore nelle due Giunte Pace dal 1994 al 2003, con le deleghe, al turismo, al traffico, alla pubblica istruzione e alla riqualificazione urbana, è il principale erede politico dell’ex sindaco. Questo il suo pensiero:
“Sono sconvolto da questa notizia che ho appreso questa mattina presto, perché oltre ad essere stato suo assessore per nove anni, siamo stati legatissimi. Lo considero un padre politico, un maestro di vita ed un carissimo amico. Ieri avevo saputo dell’incidente e dalla famiglia mi avevano anche tranquillizzato, nel senso che mi avevano detto che c’erano problemi e l’incidente era stato grave, ma lui non correva pericoli, è così mi ero anche rasserenato. Poi questa mattina ho avuto questa notizia drammatica e stento ancora a credere a quello che è accaduto. Carlo Pace è stato un grandissimo sindaco per la città, un grande innovatore e con lui, all’insegna dell’onestà, è cresciuta una classe politica nuova. Ha incarnato nella politica serietà, capacità e onestà e Pescara oggi perde una persona di grande livello, di grandissimo spessore umano e politico, che è stato apprezzato e rispettato anche dall’altra parte perché oltre ad essere stato sempre onesto e trasparente, incarnava un modo di fare politica diverso. Un politico atipico e sempre al servizio della collettività”.
Riconoscimenti alla figura di Carlo Pace giungono anche da avversari storici come Maurizio Acerbo, leader di Rifondazione Comunista a Pescara e in Abruzzo:
“La notizia della morte improvvisa di Carlo Pace è davvero tristissima. L’avevo incontrato sabato proprio a due passi dal punto in cui è stato investito. Avevamo conversato a lungo e come al solito era stato affettuosissimo nei miei confronti. Era sorridente, pieno di energia, positivo anche se preoccupato per il declino della città, dell’Abruzzo e del paese in generale. Soprattutto l’assenza di prospettive per i giovani e l’emigrazione di tanti laureati verso l’estero riteneva fossero un dramma perchè impoverivano la comunità delle energie e delle intelligenze migliori. Anche se ero stato il suo più combattivo oppositore devo dire che una delle qualità di Carlo è che non aveva mai tradotto in astio lo scontro politico e la critica. Anzi anche sabato nel nostro ultimo incontro mi ha ringraziato per averlo sempre tallonato. Per me – diceva – sei stato di grandissimo aiuto, ci aiutavi a non sbagliare, tenevi a bada i miei e tante volte io mi potevo fare scudo della tua opposizione. Rispettava le nostre battaglie perchè sapeva che non avevano secondi fini, non erano strumentali. Eravamo pescaresi che a volte si erano scontrati, ma per la comune passione per il bene della città, comune passione che ci ha portato tante volte a collaborare con spirito positivo per risolvere problemi o intervenire per aiutare chi ne aveva bisogno. Carlo è riuscito a essere sindaco senza perdere la gentilezza anche nei momenti di maggiore tensione e tutto sommato a incassare con stile anche le contestazioni con cui a volte ridicolizzavo la sua amministrazione. Non si è mai dimostrato permaloso. Non ha mai delegittimato l’opposizione. Ci siamo lasciati ripromettendoci di rivederci presto per proseguire la chiacchierata. Lo ricorderò sempre con affetto. Alla moglie, ai figli e ai familiari tutto il mio più sincero cordoglio”.