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Pescara, perseguita una ragazza e le sue amiche: “Ti uccido e ti getto l’acido addosso”

Pescara, perseguita una ragazza e le sue amiche: “Ti uccido e ti getto l’acido addosso”

PESCARA, 6 settembre – Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da tre donne, vittime di stalking. E’ la misura cautelare emessa dal tribunale di Pescara a carico di un uomo di 37 anni, residente nella città adriatica, accusato di avere compiuto, per diversi anni, atti persecutori nei confronti di una donna di 28 anni e di due sue amiche.

La vicenda ha inizio nel 2012, quando l’uomo conosce la ragazza, trasferitasi a Pescara per ragioni di studio, iniziando a frequentare la sua comitiva. Dopo alcuni mesi i rapporti tra i due, peraltro mai sfociati in una relazione sentimentale, si raffreddano, fino ad interrompersi definitivamente per volontà della ragazza.

L’uomo non accetta la decisione e inizia a tempestare la ragazza di chiamate e messaggi, tanto da costringerla a cambiare numero. Arriva al punto di presentarsi più volte presso l’abitazione della donna, citofonandole a qualsiasi ora del giorno e della notte.

L’atteggiamento molesto, condito da ingiurie e minacce, presto si estende anche a due amiche della ragazza, che facevano parte della stessa comitiva. Minacce inviate anche tramite chat telefoniche e su Facebook.

Nel 2014 la ragazza vittima dello stalker decide di fare rientro nella sua regione d’origine e la situazione sembra normalizzarsi. Nell’estate del 2017, però, la giovane, nel frattempo tornata a Pescara, si imbatte casualmente nel suo molestatore, che le rivolge pesanti minacce.

Nel giugno scorso, stanca delle molestie e intimidita anche con messaggi su Facebook, attraverso i quali l’uomo minacciava di ucciderla e di gettarle dell’acido addosso, la ragazza decide di sporgere querela. L’indagato, in quegli stessi giorni, si reca perfino nel paese d’origine della ragazza, chiedendo di lei, senza però riuscire a incontrarla.

Subito scattano le indagini, con le amiche della ragazze che confermano le molestie. Ora l’uomo, in attesa del procedimento giudiziario, non solo non potrà avvicinarsi alle tre donne, ma non potrà comunicare con loro con qualsiasi mezzo, anche telefonico o telematico.

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