Pescara, respinto dal Tar il ricorso del sansificio contro l’ordinanza di sospensione delle attività
PESCARA, 25 novembre – Nella guerra tra il sansificio e il Comune di Pescara l’amministrazione comunale incassa il pronunciamento del Tar, che nell’udienza di ieri ha respinto il ricorso del titolare del sansificio contro l’ordinanza del 2 aprile scorso con cui il sindaco chiedeva la sospensione immediata di qualsiasi attività lavorativa collegata alla produzione di emissione di fumi molesti nell’aria, fino all’attestazione da parte dei soggetti competenti, dell’eliminazione delle cause degli odori molesti “in danno della salute pubblica”. Un pronunciamento che dà quindi ragione all’amministrazione comunale e che ha visto il tribunale amministrativo respingere anche la relativa richiesta di risarcimento danni da parte della Schiavone Biocalore Srl.
“I giudici amministrativi hanno riconosciuto la legittimità del provvedimento del Comune – commenta il sindaco Marco Alessandrini – peraltro mai messa in dubbio, nemmeno con l’accoglimento della richiesta di sospensiva dell’ordinanza, accolta in maggio. Allora i giudici hanno deciso di “dare fiducia” al titolare del sansificio, visto che si era impegnato a sanare la situazione che aveva generato quelle emissioni e che ci aveva portato alla firma dell’atto, “salvo però l’obbligo dell’amministrazione”, scrissero nel pronunciamento, “di verificare tempestivamente se effettivamente fossero cessate le condizioni che hanno imposto l’adozione di detta ordinanza”, al fine dell’adozione di eventuali ulteriori analoghi provvedimenti”.
Ieri la decisione del Tar, che ha bocciato la richiesta facendo riferimento al verbale redatto dal medico della Asl e dalla Polizia Municipale che avevano attestato l’evidenza di un problema anche sanitario, “visto che alcuni dipendenti di Attiva avvertirono disturbi e malesseri riconducibili alle emissioni” sottolinea il primo cittadino. Al riguardo il sindaco ricorda come sulla struttura fosse già in corso una verifica da parte della Regione “circa la necessità di adeguamenti per evitare tali conseguenze, tanto che una relazione da parte dell’Arta evidenziò che l’odore era causato dall’utilizzo di sansa vergine troppo degradata, prescrivendo l’accelerazione dello stoccaggio“.
Una situazione a fronte della quale, conclude il primo cittadino, “ricorremmo all’ordinanza per ragioni di salute pubblica e tale principio ci viene riconosciuto dal Tar in questa sentenza, che peraltro e proprio per tali ragioni, non prevede risarcimenti alla ditta”.