Pescara, un percorso di reinserimento per i senza fissa dimora
PESCARA, 22 novembre – Ospitalità e un tetto per le persone che hanno trovato rifugio in strada. Il Comune di Pescara intende avviare un percorso per affrontare l’emergenza dei senza fissa dimora si apotenziando l’attività delle unità di strada, sia avviando un percorso di reinserimento e sostegno.
Nel corso del tavolo di lavoro che si è svolto oggi in Comune
“Quasi tutte le associazioni hanno evidenziato la necessità di offrire a chi ha trovato rifugio in strada, la possibilità di essere ospitato in una casa anche attraverso la condivisione di microcellule abitative – ha spiegato l’assessora Antonella Allegrino – Questa opportunità consentirebbe di avviare un percorso che non sia di carattere esclusivamente assistenziale ma che punti al raggiungimento dell’autonomia da parte della persona che ha usufruito del sostegno. Su questo tema stiamo già ipotizzando progetti per la realizzazione di piccole comunità residenziali per le quali chiederemo un supporto dal terzo settore. L’analisi delle presenze dei senzatetto sul territorio ha evidenziato, un aumento notevole delle nuove povertà, di persone cioè che sono finite in strada perché hanno perso il posto di lavoro o perché hanno divorziato e si sono ritrovate sole. Ma ci sono anche ex detenuti che non sanno dove andare oppure coloro che hanno fatto una scelta di vita e vogliono continuare a vivere da clochard”.
C’è anche l’esigenza di tenere presenti le necessità e la storia delle singole persone soprattutto quando ci sono problematiche di dipendenza da alcol, droghe o di carattere psichico:
” Questa analisi – prosegue Allegrino – che realizzeremo con l’apporto di tutte le associazioni che operano a stretto contatto con il disagio, ci consentirà di avviare interventi mirati al reinserimento sociale e rafforzare il lavoro già avviato con le unità di strada, attivate in collaborazione con la Caritas e On the Road. Il coordinamento avverrà attraverso la convocazione di tavoli di lavoro periodici, che ci permetteranno di avere una mappatura precisa della presenza sul territorio dei senza fissa dimora, di individuare modalità di lavoro operative evitando sovrapposizioni”.