Piano di contenimento dei cinghiali, i cacciatori presentano una denuncia in Procura
TERAMO, 16 giugno – E’ una vera e propria battaglia giudiziaria quella ingaggiata dagli ambiti territoriali di caccia teramani, ed in particolare dall’Atc Salinello e dall’Atc Vomano contro il piano di abbattimento selettivo dei cinghiali partito i primi di giugno. Battaglia che ha preso forma in una denuncia presentata in Procura dal presidente dell’Atc Vomano Franco Porrini e dal suo collega dell’Atc Salinell, Francesco Sabini, che hanno puntato il dito contro presunte irregolarità nella pianificazione delle attività di controllo sui cinghiali sull’intero territorio regionale.
Sotto accusa, in particolare, sia la decisione di un funzionario regionale di attuare immediatamente il piano nonostante l’indicazione data dallo stesso presidente D’Alfonso ai vari comandi di polizia provinciale di sospendere ogni attività, sia il fatto che la polizia provinciale di Teramo non avrebbe tenuto conto dell’invito degli Atc a sospendere le battute di caccia nonostante gli fosse stata segnalata la situazione avvalendosi inoltre di cacciatori privati senza la preventiva segnalazione dei nominativi, da parte degli stessi Atc, di cacciatore iscritto o ammesso agli atti come previsto dalla normativa.
Porrini e Sabini nella loro denuncia sono partiti ricordando la delibera di giunta regionale con cui veniva pianificato il controllo dei cinghiali. Delibera che presentava, secondo gli ambiti territoriali “elementi di forte criticità e manifesta illegittimità”.
“Situazioni che le istituzioni e le associazioni del mondo venatorio e agricolo avevano fatto presente alla stessa amministrazione regionale. Prima ancora dell’incontro pubblico che si è svolto nelle scorse settimane a di Castelnuovo Vomano, i responsabili degli Atc avevano lamentato la mancata intesa con gli ambiti territoriali di caccia e l’omessa attività di prevenzione obbligatoria imposta dalle leggi nazionali e regionali – scrivono in una nota i responsabili degli Ambiti territoriali – La Regione Abruzzo aveva anche introdotto una nuova figura il responsabile di settore senza indicare i criteri di nomina e i requisiti necessari, anche questo motivo presunto di illegittimità. Lo stesso presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, aveva indirizzato una lettera ai comandi provinciali della polizia provinciale di tutta la regione con la quale invitava a sospendere ogni iniziativa legata al piano di controllo dei cinghiali per valutare eventuali modifiche e variazioni”.
Nonostante ciò, secondo i presidenti dei due Atc un funzionario regionale avrebbe contravvenuto le indicazioni del presidente della Regione Abruzzo attuando immediatamente il piano di controllo.
“Sono state così eseguite numerose battute di caccia a partire da sabato 3 giugno, eseguite da squadre composte da cacciatori privati, sotto la direzione di responsabili di settore e della polizia provinciale. I presidenti degli ambiti territoriali di caccia Vomano e Salinello avevano invitato a sospendere ogni operazione segnalando la situazione al comandante della polizia provinciale di Teramo, sottolineando inoltre di non aver segnalato nessun nominativo di cacciatore iscritto o ammesso agli atti che poteva essere utilizzato per l’attuazione del piano di contenimento” continuano i presidenti dei due Atc, lamentando una situazione al di fuori della normativa.
“In assenza di una preventiva segnalazione da parte dei comitati di gestione degli Atc Vomano e Salinello, la polizia provinciale non poteva, anzi non avrebbe potuto avvalersi di singoli cacciatori ammessi iscritti agli stessi, violando in difetto il disposto di leggi regionali – concludono – Una condotta che ha recato un danno ingiusto all’intero mondo venatorio ai loro interessi e ai loro associati”.