Piazza Muzii Pescara, le associazioni: “Sugli orari il Comune ci ripensi, così si spegne il turismo”
PESCARA, 30 giugno – “Le ipotesi avanzate per il mese di luglio dall’amministrazione comunale rischiano di spegnere il turismo. In attesa della delibera ufficiale, speriamo possa esserci un ripensamento dell’ultim’ora. Se ciò non avverrà, tuteleremo gli esercenti in ogni modo possibile. In un momento delicato come quello attuale, non si possono creare economie di serie A ed economie di serie B. Gli orari dovrebbero essere uguali per tutti, in tutta la città, e dovrebbero essere il più possibile ampi, per consentire di lavorare. Al momento l’unica priorità è il rilancio dell’economia e, nel caso specifico, parliamo di un’economia che genera turismo. Se si spegne la città adesso si rischia di spegnerla per sempre”. Lo affermano Confartigianato Imprese Pescara, Confcommercio Pescara, Italian Hospitality Network Pescara e Pescara Viva, a proposito degli orari di chiusura delle attività nel distretto ‘food & beverage’ di piazza Muzii e di Pescara Vecchia.
In base all’ipotesi avanzata dal Comune, a partire da domani le attività dovranno chiudere a mezzanotte e mezza dalla domenica al giovedì e all’una e mezza il venerdì e il sabato nella zona di piazza Muzii – distretto food and beverage più importante d’Abruzzo – e di Pescara Vecchia. Per gli stabilimenti balneari invece l’una e le due; le discoteche sul lungomare potranno chiudere alle 3 il sabato e un giorno della settimana a scelta. Nelle scorse settimane gli orari eccessivamente rigidi, soprattutto nel weekend, hanno fatto sì che per le vie del centro ci fosse tanta gente quanta non se n’era mai vista, perché tutti si sono concentrati nella stessa fascia oraria.
Ieri Confartigianato, Ihn e Pescara Viva hanno consegnato all’assessore al Commercio, Alfredo Cremonese, un pacchetto di proposte per l’estate, che prevedevano il “ripristino degli orari previsti lo scorso anno, nel rispetto della normativa nazionale che vieta la somministrazione di alcolici a partire dalle ore 3.00 del mattino”, ma con gli operatori che “si impegnano, comunque, a sospendere la somministrazione alle ore 2.00, così da favorire un graduale deflusso degli utenti”. Altro punto riguardava la sicurezza: “gli operatori si impegnano a mantenere attivo il servizio di vigilanza privata che sta dando risultati positivi sia in termini di rispetto delle misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 sia, più in generale, in termini di sicurezza e decoro urbano”.
“Erano delle proposte relative ai mesi di luglio e agosto, per consentire al settore di riprendersi dopo il lockdown e al turismo di ripartire – affermano le associazioni – Avevamo espresso la nostra disponibilità, trascorsa l’estate, a sederci attorno ad un tavolo per discutere di tutte le altre questioni, ma in questo momento la priorità deve essere una sola: il rilancio dell’economia. Non è il tempo dei giochi politici né delle sterili polemiche, che possono attendere ancora qualche mese. Un’amministrazione comunale lungimirante che ha a cuore le sorti della città dovrebbe favorire il sistema economico e non essere nemica delle attività commerciali. Sorge il dubbio che le nostre proposte non siano neppure state valutate, dato che ciò che è stato concesso non è altro che un ‘contentino'”.
“Riteniamo – dicono ancora Confartigianato, Confcommercio, Ihn e Pescara Viva – che orari eccessivamente rigidi siano inefficaci sia dal punto di vista sanitario, perché favoriscono il crearsi di quegli stessi assembramenti che si vorrebbero e si dovrebbero evitare, sia dal punto di vista economico, in quanto le chiusure anticipate stanno creando problemi non solo ai locali che promuovono il bere di qualità, ma anche ad altre tipologie di attività, a partire dai ristoranti e dalle gelaterie e fino alle piadinerie, alle cornetterie e alle pasticcerie”.
“In queste settimane abbiamo assistito a scene assurde. E’ estate e a mezzanotte la città si spegne. Nel centro di Pescara non è possibile prendere neppure un caffè. Chi va a cena fuori deve affrettarsi a consumare i pasti per poter liberare il tavolo entro la mezzanotte e non mancano segnalazioni di utenti che hanno dovuto lasciare il ristorante pur non avendo ancora finito di consumare. Non pensiamo sia questa la città che il sindaco Carlo Masci sognava, lui che è stato promotore e artefice di cambiamenti importanti che hanno reso Pescara più viva e attrattiva. Una cosa è certa – concludono le quattro associazioni – così si decreta la morte di una delle economie della città”.