Proietta frasi ingiuriose e sullo sfondo la foto di una donna: condannato

TERAMO, 9 novembre – Per tre mesi, ogni sera, avrebbe proiettato sulle pareti della sua abitazione scritte offensive nei confronti di una sua ex dipendente alle quale associava, sullo sfondo, la fotografia della donna. Frasi come “io morirà innocente e tu mignotta”, o ancora “il pelo corrompe e la mignotta lo uso”, che questo pomeriggio, al termine del processo davanti al giudice Antonio Converti, sono costate ad un imprenditore della Val Vibrata di 75 anni, 600 euro ammenda e danni da quantificarsi in separata sede per diffamazione aggravata.
I fatti contestati all’uomo risalgono ad un periodo compreso tra novembre 2014 e gennaio 2015, quando secondo l’accusa in più avrebbe quotidianamente offeso la reputazione della donna, accusandola anche di aver giurato il falso, alludendo all’esito di un precedente processo al quale era stato sottoposto dopo la denuncia della donna.
L’uomo, infatti, era finito a processo già nel 2011, quando la donna che aveva lavorato per un periodo alle sue dipendenze, lo aveva accusato di averla più volte ingiuriata e molestata, tentando anche di violentarla. Una situazione insostenibile che l’aveva spinta, sempre secondo le accuse della donna, a licenziarsi e a denunciare il 75enne che in primo grado era stato condannato, nel 2013, a due anni di per molestie, ingiurie, minacce e violenza sessuale.
Condanna che in appello, a fine 2014, era stata ridotta ad un anno con l’uomo condannato per tentata violenza sessuale, ingiurie e minacce ed assolto invece dal reato di violenza sessuale (mentre per le molestie era intervenuta la prescrizione).
Ma nonostante le precedenti condanne, secondo l’accusa, l’uomo non avrebbe lasciato in pace la donna, tanto da finire novamente a processo per diffamazione aggravata.