Quattrocento cittadini in corteo per difendere l’ospedale di Popoli. Sindaci contro D’Alfonso /FOTO
PESCARA, 31 febbraio – Sindaci con le fasce tricolori e gonfaloni dei Comuni, lavoratori, professionisti: sono quattrocento le persone che, a Pescara, partecipano al corteo indetto dal movimento “Avanti tutta” contro il declassamento dell’ospedale di Popoli.
I manifestati si sono concentrati all’inizio di viale Bovio, quindi il corteo è andato avanti fino alla sede della Regione Abruzzo.
Al corteo partecipano cittadini di tutti i centri della Val Pescara e della Valle Peligna. Per consentire la manifestazione il Comune di Pescara ha chiuso al traffico viale Bovio nella zona interessata dal corteo.
Circa 400, secondo la Questura, i manifestanti, arrivati a Pescara con otto pullman e numerose automobili. Il ‘rumoroso’ corteo, ha raggiunto la sede della Regione tra cori, striscioni e slogan.
“Non aspettiamo passivamente la chiusura di un ospedale che è da sempre un punto di riferimento per il territorio. Non abbandoneremo la lotta”, hanno detto più volte i manifestanti.
Sottolineando che “l’emendamento Castricone è importantissimo e ci restituisce un minimo di tranquillità”, il primo cittadino di Popoli, Concezio Galli, ha affermato che “la presenza di tanti sindaci così numerosi è un segnale fondamentale, perché sono gli unici difensori delle aree interne”.
I manifestanti hanno chiesto a gran voce di incontrare il presidente di Regione, Luciano D’Alfonso, che però non era in sede. Il governatore ha delegato il vicepresidente Giovanni Lolli, ma i manifestanti hanno rifiutato l’incontro.
“Noi sindaci ce la mettiamo sempre la faccia e non ci tiriamo mai indietro – dice Galli, affiancato dai colleghi – Quindi sarebbe stato opportuno che il rappresentante della Regione avesse il buon senso di parlare con noi ed ascoltare le nostre richiesta, assolutamente condivisibili. Dobbiamo prendere atto che non c’è la volontà di affrontare questo tema. Noi non molleremo, continueremo la battaglia. Voglio ringraziare tutti i colleghi presenti a dimostrazione della compattezza del territorio e di quella parte di Abruzzo. Semplicemente questa mattina ci aspettavamo di poter parlare con il presidente della Regione. Sarebbe stato un grande segno di rispetto nei confronti di quelle popolazioni che oggi stanno pagando un prezzo pesante, perché noi veniamo penalizzati su tutti i fronti. La sanità pubblica va difesa a tutti i costi perché i nostri cittadini hanno gli stessi diritti di quelli della costa.
D’Alfonso incontrerà una delegazione dei manifestanti venerdì 7 aprile, alle 8. L’appuntamento è stato fissato a margine della protesta di stamani, dopo che i sindaci hanno rifiutato l’incontro con Lolli.
D’Alfonso, come anticipato ieri sulla sua pagina Facebook, ricordano alla Regione, “era impegnato a Teramo in un convegno fissato da tempo e al quale partecipavano diverse figure istituzionali di primo piano”.
Per la Regione, a manifestazione conclusa, ha preso la parola di fronte ai giornalisti il vicepresidente Lolli.
“Nella vicenda dell’ospedale di Popoli ci sono due elementi di novità: l’emendamento approvato dalla Camera, con cui si dispone per tre anni la sospensione dell’applicazione del decreto Lorenzin, e il voto di ieri nella commissione Sanità del Consiglio regionale con cui è stato deciso di istituire un tavolo che dovrà valutare, insieme all’assessore competente, il percorso da adottare per il nosocomio popolese. Quindi massima disponibilità al dialogo, tenendo conto che la struttura si deve inserire in un disegno regionale, altrimenti si fa solo a gara a chi strilla di più. Mi dispiace che non ci sia stata l’opportunità di cominciare a confrontarsi già oggi”.
Per tutta la durata della manifestazione, Polizia, Carabinieri e Polizia municipale hanno vigilato affinché l’iniziativa si svolgesse senza problemi.