Regione Abruzzo: D’Alfonso, i tre ribelli e l’ipotesi crisi. Qualcosa si muove dietro le quinte
PESCARA, 12 novembre – Crisi di maggioranza o semplice gioco al rialzo? Difficile, per il momento, prevedere fino a che punto si spingeranno i tre ribelli della giunta D’Alfonso, gli assessori Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo, e il presidente della commissione Sanità Mario Olivieri, dopo l’ultimatum lanciato nei giorni scorsi al presidente della Regione. “D’Alfonso cambi entro dieci giorni – era stato il senso delle affermazioni dei tre esponenti dell’amministrazione abruzzese – o siamo pronti ad andarcene”.
Qualcosa, in ogni caso si sta muovendo. Proseguono i contatti tra i tre frondisti e diversi esponenti dell’opposizione, nell’ottica di un ipotetico quanto remoto cambio della maggioranza, mentre sul fronte opposto non passa inosservata l’intensificazione dei rapporti tra il presidente D’Alfonso e il consigliere regionale del Nuovo Centrodestra, Giorgio D’Ignazio, che ieri ha pubblicamente tessuto le lodi dell’assessore alla Sanità Silvio Paolucci e oggi, in occasione della conferenza di presentazione del decreto sul cratere, era seduto al fianco del governatore. Clima da campagna acquisti ?
“Assolutamente no, io sono molto vicino al parlamentare Paolo Tancredi, a noi interessa prima di tutto il bene del territorio ed è per questo che abbiamo lavorato insieme al governatore sul decreto post terremoto – ribatte lo stesso D’Ignazio -. E’ vero che nei giorni scorsi ho rifiutato di firmare la sfiducia al presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio, che peraltro è un caro amico, ma l’ho fatto soprattutto perchè ho ritenuto di non dover contribuire ad aprire una crisi in un momento così importante e delicato per la vita della nostra regione”.
D’Ignazio, insomma, respinge con forza l’ipotesi di un suo passaggio in maggioranza.
“E’ chiaro che la nostra presenza al Governo nazionale ha un suo peso – mette però le mani avanti il consigliere regionale – ma credo che la grande coesione di questa fase sia legata soprattutto al referendum costituzionale, mentre dopo il 4 dicembre le cose torneranno come prima”.
In politica, si sa, ciò che è vero oggi può non essere vero domani. Dunque non ci sarebbe da restare sorpresi se le cose andassero in senso opposto rispetto a quanto profilato da D’Ignazio.
C’è anche da dire, però, che un eventuale allargamento della maggioranza potrebbe non rivelarsi necessario. Non è escluso, infatti, che i negoziati tra D’Alfonso e i tre ribelli sortiscano effetti. Qualche segnale, in tal senso, si è avuto ieri a Sulmona, con D’Alfonso, Di Matteo e Gerosolimo seduti fianco a fianco, sullo stesso palco, in occasione dell’incontro pubblico con il ministro Delrio. In platea c’era anche il terzo ribelle Olivieri. Insomma, tra i contendenti non è che si respiri proprio un’ aria da resa dei conti e D’Alfonso è maestro nell’incastrare ogni volta i tasselli nel modo giusto. Per dirla con Flaiano, la situazione potrebbe essere grave ma non seria.