Rigopiano, ex sindaco De Vico: “Serviva un gatto delle nevi invece di stanze lussuose”

PESCARA, 19 dicembre – Nuovo interrogatorio, questa mattina in Procura, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano, avvenuto il 18 gennaio scorso e costato la vita a 29 persone. Ad essere ascoltato, per oltre due ore, Antonio De Vico, sindaco di Farindola dal 2009 al 2014, per il quale “la commissione valanghe del Comune di Farindola, dal 2005, non si è riunita più, perché non ci sono state più segnalazioni da parte della Forestale e della Prefettura, come invece era avvenuto in passato, quando la commissione era stata regolarmente riunita e da me personalmente istituita“.
De Vico risulta indagato, insieme all’attuale sindaco Ilario Lacchetta, all’ex sindaco Massimiliano Giancaterino, al tecnico comunale Enrico Colangeli e al geologo Luciano Sbaraglia, per omicidio colposo, lesioni plurime colpose e crollo colposo, in relazione all’attività omissiva, legata alla mancata adozione del nuovo piano regolatore generale del Comune di Farindola, e alla mancata convocazione della commissione valanghe, riunitasi l’ultima volta nel 2005.
“Quanto alla vicenda del piano regolatore – aggiunge De Vico – si sarebbe fatto di più sul piano del completamento e della trasformazione delle strutture alberghiere. La lunga gestazione del Prg – prosegue De Vico – è dovuta in primo luogo alla vocazione allo sviluppo sostenibile di Farindola, dove quindi c’era poco da edificare, poi alle difficoltà legate alle questioni personali, come ad esempio è stato per i contadini ai quali dava fastidio l’area artigianale, e infine perché nel 2004 completammo il piano regolatore ma arrivò lo stop del Pai”.
De Vico ha usato parole forti anche nei confronti di chi ha gestito l’albergo:
“L’impegno dei datori di lavoro, all’Hotel Rigopiano, è stato apprezzabilissimo, ma hanno dimostrato di non sapere gestire la neve. Io suggerii un gatto delle nevi invece delle lussuose stanze dannunziane”.
Poi un passaggio sul suo successore:
“Il giovane sindaco Lacchetta ha fatto tantissimo e ha subito molte pressioni – ha aggiunto De Vico -. Io forse, da persona più esperta, avrei valutato la possibilità di chiudere le strade, anche se erano i gestori dell’albergo a potere e dovere rinunciare a una settimana di guadagni”.
Infine una stoccata anche sulla Regione:
“A monte ci sono responsabilità gestionali, e non politico-amministrative, da parte della Regione, che ha approvato una legge per la realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli da valanga, poi rimasta nei cassetti”.