Sanità, Asl Teramo: tumore al colon retto, avviata nuova fase di screening. Triplicata la partecipazione
TERAMO, 18 novembre – La Asl di Teramo ha avviato una nuova fase dello screening per la diagnosi precoce e prevenzione del tumore del colon retto dando il via, insieme al gruppo Poste attraverso la Società Postel Spa, a un programma sperimentale della durata di sei mesi, avviato il mese scorso, che coinvolgerà per ora 25mila cittadini di età fra i 50 e i 69 anni.
Una campagna di prevenzione sanitaria che sta già dando ottimi risultati, con la partecipazione dei cittadini più che triplicata rispetto al passato. A oggi infatti la Asl ha già inviato 6.267 kit per il prelievo ai cittadini e dall’ultima settimana di ottobre al laboratorio analisi stanno rientrando una media di 600 provette a settimana contro una media, nella fase precedente, di 150-180 campioni.
E questo grazie alla strategia messa in atto per implementare l’adesione da parte dei cittadini. Mentre in passato, infatti, la Asl inviava una lettera di invito a recarsi in farmacia a prelevare la provetta per il campionamento, adesso la Asl con la collaborazione del Gruppo Poste Italiane invia a casa del cittadino la lettera di invito con un QRCode attraverso il quale visualizzare un video personalizzato, un opuscolo informativo, le istruzioni per la partecipazione o l’invio del campione, le provette con etichette Rfid, buste di ritorno con etichette Rfid di abbinamento con la provetta.
In più la Asl ha attivato un servizio di recall: l’Help desk dello screening si occupa non solo di dare assistenza per qualsia dubbio ed esigenza del cittadino, come ha sempre fatto, ma verifica che ognuno abbia ricevuto a casa il kit, dando suggerimenti per rendere più facile ogni fase della procedura. Al cittadino, viene in sostanza chiesto solo di fare il prelievo e di portare il kit nella più vicina farmacia.
Parallelamente il progetto ha visto l’installazione nel laboratorio analisi di un apposito varco di accettazione Rfid, cioè uno strumento informatico brevettato che verifica l’ingresso della specifica provetta in laboratorio e la associa allo specifico kit inviato alla persona. Il varco, è quindi in grado di fare un incrocio di dati di tutti gli invii, dando costantemente il polso dell’andamento dello screening.
“Lo screening per la prevenzione del tumore al colon retto, avviato in maniera organica da circa dieci anni, è sempre stato quello che ha visto le percentuali minori di adesione – dichiara il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia – in media abbiamo avuto dal 20 al 30% di partecipazioni, percentuali scesa ancor di più in periodo di pandemia. La direzione strategica della Asl ha voluto dunque avviare un’azione forte per semplificare la consegna del kit di prelievo al paziente, aumentando così la partecipazione allo screening. Almeno è questo è il risultato che ci aspettiamo e i primi dati ci danno ragione. D’altronde il tumore al colon retto è la seconda causa di morte per tumore e per noi è importante intensificare l’azione di prevenzione, in modo da tutelare la salute della popolazione. Peraltro il test è semplicissimo e si può fare tranquillamente a domicilio”.
“Poste Italiane continua a supportare il processo di digitalizzazione del Paese – dichiara Fabio Adami, responsabile vendite Top Pal di Poste Italiane – rendendo disponibili il proprio know how e i propri asset tecnologici alla pubblica amministrazione, confermando così sia la propria vocazione di vicinanza alle esigenze dei cittadini che la capacità di intercettarne i bisogni anche attraverso il potenziamento di opzioni di fruibilità a domicilio di servizi innovativi. In quest’ottica meritano menzione le attività in corso con le Asl su tutto il territorio nazionale, ed in particolare con la Regione Abruzzo, per focalizzare modelli di offerta utili a potenziare l’efficacia delle azioni di prevenzione sanitaria ampliandone la portata anche attraverso il ricorso alla telemedicina. Siamo certi che il nostro contributo alla Pubblica Amministrazione possa favorire una concreta accelerazione per la realizzazione dei modelli di livelli essenziali di assistenza che il sistema sanitario intende mettere in campo anche grazie ai fondi del Pnrr”.