Sant’Egidio alla Vibrata, permessi facili agli stranieri: entra nel vivo il processo a due professionisti
TERAMO, 20 ottobre – E’ entrato nel vivo, questa mattina a Teramo, il processo che vede imputati Francesco Aquilani, di 67 anni, ragioniere e Roberto Di Francesco, 68 anni, consulente del lavoro ed ex vicesindaco di Civitella del Tronto, finiti davanti ai giudici nell’ambito di un fascicolo a firma del pm Stefano Giovagnoni su fittizie assunzioni di lavoratori stranieri. Fascicolo che all’epoca fu aperto nell’ambito di un’indagine sui flussi d’ingresso di cittadini stranieri sul territorio nazionale e con i fatti contestati agli imputati che risalgono ad un periodo compreso tra il 2007 e il 2008.
I due, che sono a processo con altre 8 persone, devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina finalizzata all’ingiusto profitto e falso ideologico.
Secondo l’accusa, infatti, attraverso falsi contratti di assunzioni i due avrebbero favorito l’ingresso illegale in Italia di numerosi cittadini extracomunitari, e questo servendosi di ignari imprenditori, clienti dei due imputati principali (il ragioniere e il consulente del lavoro), ai quali venivano attribuite le false assunzioni.
Tanto che a far scattare l’indagine fu proprio un artigiano di Sant’Egidio alla Vibrata, che dopo essere stato contattato dallo sportello unico per l’immigrazione, in quanto risultavano a suo carico 17 domande di assunzione di cittadini extracomunitari si era rivolto a Carabinieri.
Oggi, nella seconda udienza del processo, sul banco dei testimoni sono saliti sia il maresciallo Mario De Nicola, comandante della stazione dei Carabinieri di Sant’Egidio, che ha ripercorso tutte le tappe delle indagini (che nel 2011 portarono all’arresto sia di Aquilani che Di Francesco) che alcuni imprenditori vittime del raggiro.
Imprenditori che in aula hanno confermato di essere totalmente ignari ed estranei a quelle assunzioni fittizie.