PESCARA, 13 luglio – Non c’è stato niente da fare per la piccola Francesca Gerardi, la bimba di 3 anni che era rimasta gravemente ferita in seguito ad un incidente stradale avvenuto la notte dell’8 luglio tra Manoppello e Scafa, lungo via Tiburtina, mentre era in auto con la mamma. La bambina, di Scafa, è morta all’ospedale di Pescara dopo cinque giorni di ricovero nel reparto di Rianimazione; era in coma e le sue condizioni erano disperate.

Stamani, come da protocollo, diagnosticata la morte encefalica, è scattato il cosiddetto periodo di osservazione, al termine del quale è stato certificato il decesso.

L’incidente era avvenuto in piena notte. Alla guida dell’auto su cui viaggiava la bimba, una Ford Fiesta, c’era la madre della piccola, che aveva perso il controllo dell’auto finendo contro un albero. La donna aveva riportato un politrauma ed era stata giudicata guaribile in 25 giorni; le condizioni della figlia, invece, erano apparse fin da subito più gravi ed era stata ricoverata in prognosi riservata. Dei rilievi si erano occupati i Carabinieri della Compagnia di Popoli.

Oggi il tragico epilogo.

I GENITORI DANNO IL CONSENSO ALLA DONAZIONE DEGLI ORGANI

I genitori della piccola Francesca hanno dato il consenso alla donazione degli organi. Lo rende noto la Direzione medica dell’ospedale di Pescara, sottolineando che i genitori hanno dimostrato “grande generosità e sensibilità e desiderio di poter fare del bene ad altri bambini in questo doloroso evento che li ha colpiti”.

Sono state quindi avviate presso la struttura ospedaliera la verifica della idoneità e la ricerca dei riceventi compatibili, per cui le procedure di prelievo degli organi verranno avviate, presumibilmente, nel corso della notte.

“La Direzione Medica del Presidio ospedaliero – si legge in una nota – ha provveduto a richiedere il nulla osta al prelievo multiorgano nonché al trasporto e seppellimento, alla Procura della Repubblica di Pescara, per il tramite dei Carabinieri di Lettomanoppello (Pescara); tale nulla osta è stato prontamente accordato non essendovi ulteriori esigenze di giustizia”.