Teramo
Stai leggendo
Seconde e terze medie chiuse a Teramo, 18 sindaci chiedono le dimissioni di D’Alberto dall’Anci

Seconde e terze medie chiuse a Teramo, 18 sindaci chiedono le dimissioni di D’Alberto dall’Anci

TERAMO, 9 dicembre –  Il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto finisce sulla graticola dopo la decisione di non riaprire, oggi, le seconde e terze medie e disattendere così l’ordinanza del presidente della Regione Marco Marsilio in attesa di un provvedimento del Governo nazionale. Una decisione a fronte della quale 18 amministratori comunali di centrodestra ne hanno chiesto le dimissioni dal ruolo di presidente di Anci Abruzzo.

A firmare la lettera i sindaci di Atri, Ancarano, Campli, Castel Castagna, Colledara, Colonnella, Corropoli, Giulianova, Montefino, Montorio al Vomano, Morro d’Oro, Nereto, Penna Sant’Andrea, Pietracamela, Tortoreto e Torricella e i vice sindaco di Notaresco e Silvi.

“Il pindaco di Teramo, nonché presidente Anci, Gianguido D’Alberto ha stabilito – in maniera assolutamente isolata e non condivisa con gli altri primi cittadini del territorio – di non far rientrare in aula gli studenti delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado del capoluogo – scrivono i diciotto amministratori comunali teramani –  lasciando dunque oltre mille alunni a casa con la didattica a distanza. Una decisione non seguita da nessun altro comune del teramano, in cui tutti gli studenti  stanno seguendo le lezioni in presenza, in ottemperanza all’ordinanza del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio”.

Per i colleghi di D’Alberto quanto accaduto sarebbe particolarmente grave, in quanto D’Alberto avrebbe dovuto condividere con tutti i sindaci le motivazioni che lo hanno portato a non riaprire. Questo soprattutto “considerando che si è confrontato con gli uffici sovracomunali, cosa che ha potuto fare come rappresentante dell’Anci e quindi grazie a tutti noi – proseguono – salvo poi non condividerne i contenuti e gli esiti, poiché forse immaginava il disaccordo degli altri amministratori, come dimostrano i fatti: D’Alberto è stato l’unico sindaco della Regione ad aver chiuso le scuole. Peraltro con atteggiamento ipocrita se si pensa che nello stesso giorno, oltre all’ordinanza di chiusura, ha divulgato in tutti i modi iniziative di ogni genere nella città di Teramo come ad esempio le luminarie che, alla loro accensione, hanno creato non pochi assembramenti, denunciati sui social. Nel farlo ha detto che ciò rappresentava una speranza, è bene che il sindaco rifletta sul fatto che riaprire le scuole vuol dire riaprire le porte della formazione che deve essere permanente e continua, perché deve durare per tutto l’arco della vita. Questa è una certezza, non una “speranza” “.

Da qui la richiesta delle sue dimissioni da presidente Anci.

“Quanto accaduto è ancor più grave se si pensa che in Prefettura, alla presenza di tutti i sindaci, lo scorso mese di marzo, D’Alberto invitò con forza il sindaco di Atri Piergiorgio Ferretti a riaprire le scuole dopo averne disposto la chiusura alla luce del primo caso positivo di Covid-19 che si verificò a Roseto degli Abruzzi – aggiungono ancora i diciotto amministratori comunali – considerando la presenza di oltre 150 ragazzi di Roseto frequentanti gli istituti atriani. Stesso invito, nell’ottica della condivisione, fu rivolto al sindaco di Roseto il quale aveva assunto una decisione analoga. Richieste di condivisione ripetute nei mesi seguenti ed oggi autonomamente disertate proprio da chi ne aveva fatto un cavallo di battaglia. D’Alberto, evidentemente ora mosso da meri fini politici, sta sfruttando vergognosamente la scuola ed è gravissimo da parte di un sindaco del capoluogo che dovrebbe rappresentare una guida, invece non è stato seguito da nessuno buttando il comune capoluogo nel baratro dell’isolamento istituzionale. La sua azione è ancora più grave se si pensa che lui stesso nella chat collettiva dei sindaci del Teramano ci aveva informato, la sera del 6 dicembre, che l’ordinanza di Marsilio, salvo revoche o impugnazioni che al momento non ci sono state, andava seguita e che aveva saputo la cosa da fonti prefettizie. Si tratta di un atteggiamento scarsamente autorevole e poco dignitoso da parte di chi pretende di rappresentare i Comuni della Regione in nome dell’Anci e che denota scarso senso istituzionale”.

                                                                                      

Mi sento...
Felice
0%
Orgoglioso
0%
Euforico
0%
Ok
0%
Triste
0%
Arrabbiato
0%