“Senza un tetto sopra il cuore”, uno spettacolo sui clochard e gli emarginati di Pescara
PESCARA, 15 novembre – La vita degli ultimi, dei clochard e degli emarginati di Pescara nella rappresentazione teatrale “Senza un tetto sopra il cuore”, secondo appuntamento della rassegna “Falsopalco”, in programma giovedì 17 novembre, alle ore 21, all’Arci Teatro Futuro Imperfetto 2.0 di Pescara.
In scena storie di periferia, storie di autentici clochard, storie di solitudine, di miseria e di emarginazione, storie di dipendenze e di vittime delle dipendenze. “Senza un tetto sopra il cuore”, interpretato dai giovanissimi attori del “Teatro Senza Fissa Dimora” di Pescara, è uno spettacolo che, utilizzando vicende della vita vissuta, elaborando testimonianze di autentici senzatetto, drammatizzando scritti di “ragazzi di vita” di pasoliniana memoria, compone un quadro autentico di un mondo ai margini, di cui tutti conoscono l’esistenza, ma di cui nessuno mai si ricorda. O vuole ricordarsi.
Il testo nasce da un’esperienza di scrittura creativa, fatta ascoltando le storie vere di autentici senzatetto e di persone incontrate in quartieri degradati della periferia della città di Pescara. Testimonianze, racconti e interviste confluiscono in una serie di monologhi, montati sia nella forma scenica tradizionale, sia in forma di spettacolo itinerante. I monologhi sono legati fra di loro da un filo rosso narrativo realizzato con progressioni di teatrodanza e contact improvisation. La compagnia “Teatro Senza Fissa Dimora” è formata da attori con un età compresa tra i 16 e i 32 anni, che fanno del teatro sociale e civile la propria cifra espressiva.
La rassegna “Falsopalco” proseguirà fino a maggio del prossimo anno, puntando su una formula particolarmente interessante e innovativa, basata sulla proposta di spettacoli teatrali di compagnie indipendenti abruzzesi: una volta al mese, all’Arci Teatro Futuro Imperfetto 2.0 di Pescara, spazio a giovani compagnie, ad un circuito di idee e a nuove proposte. Un’iniziativa particolarmente lodevole, in un momento storico certamente non idilliaco per la promozione di attività culturali, anche a causa della carenza di spazi in città.