Sfregiò in carcere Guido Curti: chiusa l’istruttoria
TERAMO, 17 ottobre – Dopo la conferma in Cassazione della condanna a sei anni per bancarotta l’imprenditore Guido Curti questa mattina è tornato in Tribunale a Teramo, ma questa volta come parte offesa nel processo al tunisino che a marzo del 2012 lo sfregiò al viso con una lametta mentre erano entrambi detenuti in carcere a Castrogno. Tunisino che deve rispondere di lesioni nel processo in corso davanti al giudice Massimo Biscardi, processo che questa mattina ha visto la chiusura dell’istruttoria e il rinvio a per la discussione.I fatti contestati al tunisino, di 31 anni, risalgono al 28 febbraio del 2012. Erano i giorni caldi dell’inchiesta sul crac milionario, con Curti ancora in carcere e il Tribunale che continuava a rigettare le richieste di scarcerazione presentate dai legali dell’uomo.
Secondo quanto ricostruito all’epoca quella sera Curti avrebbe impedito il suicidio del compagno di cella, lo stesso compagno di cella che, probabilmente a causa di problemi di natura psicologica, lo avrebbe poco dopo sfregiato con una lametta nascosta in bocca. All’epoca fu aperto un fascicolo d’ufficio e l’imprenditore non si è mai costituito parte civile nel processo.