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Appalti post terremoto: sono quattro gli arrestati in Abruzzo

Appalti post terremoto: sono quattro gli arrestati in Abruzzo

PESCARA, 13 ottobre – Sono quattro gli arrestati in Abruzzo nell’ambito dell’inchiesta, condotta dal Corpo Forestale dello Stato, denominata Eartquake. Sono di Pescara, Popoli e Bussi.Sequestrati 330.929,63 euro ritenuti profitto del reato di corruzione.

L’indagine prese il via lo scorso anno, nel mese di novembre, quando uomini della Forestale sequestrarono la documentazione dell’Utr 5, ufficio tecnico della ricostruzione distaccata di Bussi sul Tirino riguardante nove comuni del cratere compresi tra le province dell’Aquila e Pescara. Si trattava di oltre 400 pratiche per un valore complessivo di 90 milioni di euro. Perquisizioni furono eseguite anche in Umbria in studi tecnici di Perugia e Gubbio. A far partire l’inchiesta le dichiarazioni di un imprenditore umbro, aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione del Comune di Bussi sul Tirino per un valore di 8 milioni di euro. Ha sostenuto che il direttore dei lavori gli aveva chiesto una tangente pari al 12 % degli appalti, ossia 960.000 euro, da dividere con altri tecnici coinvolti. Le indagini hanno svelato un piano – così definito dagli stessi indagati nelle loro conversazioni – per gestire in modo unitario e sistematizzato l’attività edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009. Il metodo era l’aggiotaggio e la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione per assumere una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche corrompendo pubblici ufficiali, e per imporre “condizioni contrattuali capestro” tali da costringere le ditte edili a versare grosse somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione.

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