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Stalla per ovini a Rocca Santa Maria: assolto l’ex sindaco Ciapanna, condannato il figlio

Stalla per ovini a Rocca Santa Maria: assolto l’ex sindaco Ciapanna, condannato il figlio

TERAMO, 20 aprile – E’ con due assoluzioni e una condanna che questa mattina il Tribunale di Teramo (presidente Flavio Conciatori, a latere Lorenzo Prudenzano ed Enrico Pompei), ha chiuso in primo grado alla vicenda relativa alla realizzazione, mai effettuata, di una stalla per ovini a Rocca Santa Maria per la quale all’epoca erano stati chiesti ed in parte ottenuti dei finanziamenti regionali nell’ambito del piano di sviluppo rurale. Processo che vedeva imputati l’ex sindaco di Rocca Santa Maria ed ex vicepresidente del Ruzzo Carlo Ciapanna, assolto per non aver commesso il fatto dai reati di truffa e tentata truffa, il figlio Francesco, condannato ad un anno e dieci mesi per i reati di truffa, tentata truffa e falso ideologico e nei confronti del quale il Tribunale ha disposto il sequestro di 300mila euro, e l’allora responsabile dell’area tecnica del Comune di Rocca Santa Maria Dario D’Anselmo, che doveva rispondere di abuso d’ufficio e per il quale è stato disposto il non doversi procedere per prescrizione.

Un reato, quello di abuso d’ufficio, che la Procura contestava in concorso anche a Carlo Ciapanna e a Francesco Ciapanna. Anche per loro il Tribunale, per questo solo capo, ha disposto il non doversi procedere per prescrizione.

I fatti contestati ai tre risalivano al periodo 2009-2011, con l’accusa che contestava all’ex sindaco e al figlio di aver tratto in inganno il Sipa, il servizio ispettivo provinciale per l’agricoltura, per far ammettere Francesco Ciapanna al finanziamento di 599 mila euro, di cui all’epoca fu concessa un’anticipazione di 299mila euro, per la realizzazione di una stalla per ovini.

Secondo l’accusa il raggiro ruotava tutto attorno ad un terreno acquistato dal Comune di Rocca Santa Maria nel 2000 e su cui gravavano usi civici, e che attraverso un contratto simulato, almeno per la Procura, Carlo Ciapanna per conto della società Agricoop si sarebbe impegnato ad affittare al figlio per la realizzazione della stalla. Successivamente Francesco Ciapanna avrebbe presentato la domanda per accedere al finanziamento, chiedendo un contributo di 599mila euro e presentando una dichiarazione sostituita di notorietà dell’inizio degli acquisti previsti nella richiesta di contributo, acquisti che per l’accusa non sarebbero mai stati effettuati. Inoltre, per accedere al finanziamento avrebbero omesso, come si legge nel capo di imputazione, sia di “rappresentare che il permesso a costruire la citata stalla era stato prima sospeso il 27/11/2009 e poi revocato dal Comune di Rocca Santa Maria”, sia di “rappresentare che di detto terreno era stata disposta la retrocessione in favore dell’amministrazione separata di Rocca Santa Maria con provvedimento della Regione Abruzzo”.

Da qui l’accusa di truffa, alla quale si era aggiunta quella di tentata truffa in relazione al tentativo di conseguire l’erogazione anche della restante parte del finanziamento. Erogazione che non ci fu in quanto nel frattempo la Procura aveva sequestrato la relativa pratica.

Francesco Ciapanna doveva rispondere inoltre anche dell’accusa di falso ideologico per aver falsamente dichiarato, secondo la Procura, di aver iniziato gli acquisti dei materiali previsti nella richiesta di contributo.

Padre e figlio, infine, insieme all’allora responsabile dell’area tecnica del Comune di Rocca Santa Maria erano accusati di abuso d’ufficio in concorso per il rilascio, da parte di D’Anselmo, a Ciapanna Francesco, del permesso a costruire sul terreno dove quest’ultimo avrebbe dovuto realizzare la stalla. Permesso che per la Procura era illegittimo, in quanto rilasciato “senza previo nulla osta dell’ente Parco Gran Sasso-Monti della Laga”, come si legge ancora nel capo di imputazione, “e in difetto di titolarità del terreno al Ciapanna Francesco stante il procedimento di retrocessione in atto da parte dell’Amministrazione Separata”.

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