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Sulmona, via libera del ministero alla centrale Snam. Il territorio insorge: “E’ sfida agli abruzzesi”

Sulmona, via libera del ministero alla centrale Snam. Il territorio insorge: “E’ sfida agli abruzzesi”

SULMONA, 9 marzo – Via libera alla Centrale di compressione gas di Sulmona della Snam. Il disco verde alla realizzazione dell’opera, contestata da Regione, Comune, associazioni ambientaliste e comitati cittadini, è arriva dalla Direzione generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche, del Ministero dello Sviluppo economico, con decreto del 7 marzo, nel quale viene dichiarata la pubblica utilità dell’opera. Nel decreto viene inoltre riconosciuta “l’urgenza e indifferibilità” dell’opera, nonché la conformità agli strumenti urbanistici vigenti. I lavori di costruzione della centrale, che è parte del metanodotto Brindisi-Minerbio, dovranno iniziare “entro due anni, salvo motivate richieste di proroga, e concludersi entro tre anni dal loro inizio”.


Regione Abruzzo, Comune di Sulmona, Wwf e Legambiente, ieri hanno presentato i ricorsi contro la delibera del Consiglio dei ministri. Ricorsi che poggeranno su quattro pilastri, chiamando in causa da un lato vizi costituzionali e vizi procedurali, e dall’altro il principio precauzionale e il principio di smembramento dell’iter autorizzativo, attraverso il quale – a giudizio dei legali – sarebbero stati aggirati i procedimenti del Via. I comitati cittadini, nei prossimi giorni, sono pronti a far scattare ulteriori ricorsi contro il decreto.

La Snam, con una nota, annuncia che l’avvio dei lavori:

“sarà preceduto dall’esecuzione delle attività previste dalle prescrizioni del decreto di Valutazione di impatto ambientale rilasciato il 7 marzo 2011. Snam avvierà, in accordo con gli enti competenti, il progetto della rete di monitoraggio delle emissioni e del rumore. Saranno quindi realizzate, a Sulmona, centraline di rilevamento delle emissioni atmosferiche. Tale attività avrà inizio almeno un anno prima dell’avvio della fase di cantiere. Come previsto nel decreto Via, Snam si impegna a utilizzare i sistemi di combustione e abbattimento delle emissioni previsti dalle migliori tecnologie disponibili. Snam assicura inoltre che continuerà a dialogare in modo trasparente e aperto con la popolazione e le istituzioni abruzzesi, disponibile al confronto e a fornire tutte le necessarie informazioni e delucidazioni”.

In Abruzzo, la notizia ha sollevato una pioggia di critiche. Così Annamaria Casini, sindaco di Sulmona:

“Non ci arrendiamo e ora più che mai continuiamo la battaglia su tutti i fronti contro la realizzazione della centrale Snam a Sulmona. Siamo venuti a conoscenza solamente oggi del decreto del Mise, arrivato e notificato questa mattina presso gli uffici comunali. Dopo la fase legale, si passerà a quella politica, in cui saranno i nuovi interlocutori a dover prendere in mano le redini della situazione per la salvaguardia del nostro territorio. Attendiamo la formazione del nuovo Governo, noi non arretreremo di un solo passo, continuando a dire no alla centrale di compressione Snam, lottando con tutti i mezzi a disposizione anche contro la realizzazione del metanodotto nei nostri territori a forte rischio sismico”.

Il consigliere regionale Leandro Bracco commenta:

“L’unico termine che si può utilizzare è costernazione. A cosa sono serviti anni di battaglie, assemblee, mobilitazioni collettive finalizzate a scongiurare lo stupro di un territorio la cui notevolissima vulnerabilità è conosciuta? Zero. La storia non ha insegnato nulla. Il 3 novembre 1706 un terremoto di magnitudo 6.6 sconquassa la Valle Peligna. Sulmona è rasa al suolo. La ‘Siena d’Abruzzo’ non c’è più. I morti sono mille. Ora l’autorizzazione alla centrale e alle quattro linee del metanodotto Brindisi Minerbio”.

Il coordinamento No Hub del Gas-Abruzzo attacca:

“L’approvazione definitiva della Centrale Snam di Compressione di Case Pente a Sulmona è una vera e propria sfida alla comunità abruzzese e alla democrazia da parte di un Governo screditato dal voto e di dirigenti ministeriali che paiono essere totalmente partigiani di una causa, quella di trasformare il territorio abruzzese e italiano in un ‘hub del gas’, richiesto dalle aziende per esportare gas e fare profitto”.

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