Tangenti in Regione, il giudice: “Zingariello movente dei delitti commessi da De Fanis”
PESCARA, 11 ottobre – “L’istruttoria dibattimentale ha consentito di acclarare un modus procedendi, sia nella organizzazione della partecipazione della Regione Abruzzo al Salone del Libro di Torino per l’anno 2013 che nella organizzazione da parte di associazioni private di determinate manifestazioni con il contributo della Regione, piegato agli interessi dell’assessore De Fanis”. È uno dei passaggi più significativi, contenuti nelle motivazioni che accompagnano la sentenza di condanna, a 6 anni e 10 mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dell’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, emessa dal tribunale collegiale di Pescara al termine del processo sul giro di tangenti alla Regione.
De Fanis, in primo grado, è stato condannato perché ritenuto colpevole di una serie di reati che vanno dalla concussione al peculato, dall’induzione e tentata induzione indebita a dare o promettere utilità alla truffa e alla falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Reati compiuti “non solo attraverso il coinvolgimento dell’associazione ‘Abruzzo Antico’, a lui direttamente riferibile, ma altresì attribuendosi, forte della lacunosa legge regionale, il potere decisionale per l’assegnazione dei contributi, sfruttando tale posizione di forza nei riguardi degli operatori culturali che formulavano istanze per ottenere contributi, operando in maniera tale da ottenere indebitamente denaro dai soggetti sovvenzionati, aumentando, a danno della Regione, i costi degli eventi già nella fase della predisposizione dei preventivi e poi pretendendo la corresponsione del denaro promesso all’atto del conferimento del denaro da parte della Regione”.
In primo grado sono stati assolti, invece, “perché il fatto non sussiste”, da tutti i reati a loro contestati, gli altri tre imputati: Ermanno Falone, rappresentante legale dell’associazione Abruzzo Antico; Rosa Giammarco responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo; l’imprenditore Antonio Di Domenica. De Fanis è stato condannato dal tribunale di Pescara anche al risarcimento del danno, da liquidare in separata sede, a favore delle due parti civili, cioè la Regione Abruzzo e al giovane musicista e imprenditore dello spettacolo, Andrea Mascitti, che con la sua denuncia nel 2013 diede il via all’inchiesta.
Nelle motivazioni si parla anche del rapporto di “dipendenza”, da parte di De Fanis, nei confronti della sua ex segretaria ed amante Lucia Zingariello, uscita di scena dopo aver patteggiato una condanna a un anno e 11 mesi. La donna “risultava sentimentalmente legata a De Fanis nonché destinataria delle risorse economiche di De Fanis – si legge nelle motivazioni – al punto da rappresentare il movente delle condotte delittuose a lui ascritte”.
Un altro dettagliato passaggio è dedicato a quattro episodi commessi, in concorso proprio con la Zingariello, in riferimento all’utilizzo di autovetture di servizio della Regione, condotte da autisti dipendenti regionali, per fini non istituzionali, che sono costate a De Fanis la condanna per peculato. Come per “il viaggio da Pescara a Roma, effettuato il 25 marzo 2013”, rispetto al quale è emerso che “De Fanis si recò a Roma a bordo di un’auto della Regione Abruzzo, al fine di raccomandare il fratello e la cognata della Zingariello all’allora dirigente delle Poste”. Nello stesso giorno “De Fanis contattava tale Concetta, appartenente alla segreteria dell’assessorato, chiedendole di preparare un permesso per l’accesso allaZtl di Roma per il giorno successivo, riferendole di avere un appuntamento presso il ministero delle Poste”. Il secondo episodio vede De Fanis accompagnare Zingariello ad una visita medica a Bologna a bordo dell’auto della Regione e anche in questo caso l’ex assessore contattava Concetta “chiedendole di preparare un permesso per la Ztl di Bologna, per una riunione con l’assessore alla Cultura dell’Emilia Romagna, Mazzetti”, che ha smentito la circostanza in sede testimoniale.
Gli ultimi due episodi riguardano un viaggio a Fermo, per prelevare i suoceri della Zingariello e riportarli in Abruzzo, rispetto ai quali De Fanis ha addotto, quale giustificazione, “l’amore che provava al tempo per la collaboratrice”, e la trasferta effettuata a Roma il 21 giugno 2013, per accompagare Zingariello a fare visita alla sorella che aveva appena partorito.