Tangenti per la ricostruzione a L’Aquila, 15mila euro nei comodini e mazzette contate in auto
L’AQUILA, 20 luglio 2017 – Migliaia di euro nei comodini di casa di due funzionari dei Beni culturali. Sono alcuni dei nuovi particolari emersi dall’inchiesta della Procura dell’Aquila, che finora conta 10 persone agli arresti domiciliari, 5 interdizioni dal lavoro e 20 indagati a piede libero, con accuse che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta.
A L’Aquila, nelle abitazioni di due indagati, presunti funzionari infedeli, i carabinieri hanno trovato 5.500 euro in un caso e 8.800 euro in un altro: entrambi avevano riposto il danaro nel cassetto di un comodino.
Secondo gli investigatori, il materiale è utile per le indagini e ora spetterà agli indagati l’onere di dimostrare la provenienza di quelle somme. Sul momento, nel corso della perquisizione, i due funzionari hanno replicato che si tratta di contanti da utilizzare per le spese quotidiane. Tuttavia nelle intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che attraverso video e foto, sarebbero state accertate dazioni di danaro e incarichi ad amici e parenti, da parte delle imprese che hanno vinto gli appalti, nei confronti di dipendenti infedeli dei Beni culturali in Abruzzo.
Nelle intercettazioni sarebbero stati carpiti conteggi riferiti alle presunte tangenti: “Cento… due… tre…” – a 100 euro alla volta – fino a “due e cinquanta”, ovvero 2.500 euro. Tangenti che sarebbero state ricevute in busta chiusa e contate in macchina, una banconota dopo l’altra, per arrivare a somme complessive anche di 20 mila euro. Sarebbero numerosi gli episodi riscontrati dalle intercettazioni ambientali a carico di Lionello Piccinini, geometra dipendente del segretariato generale del ministero per i Beni culturali, uno dei 10 finiti agli arresti domiciliari.
Tangenti anche sotto forma di incarichi a parenti ed amici da parte delle imprese e tangenti che finivano nelle mani dei funzionari della sede dell’Aquila dei beni culturali, che in cambio – secondo l’ipotesi accusatoria – avrebbero truccato le gare con vari sistemi.
Come emerge dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Romano Gargarella, uno degli episodi sotto la lente degli inquirenti riguarda la riparazione della Torre medicea di Santo Stefano di Sessanio, aggiudicato alla Fracassa Rinaldo Srl, per circa un milione di euro.
L’aggiudicazione sarebbe stata assicurata sostituendo, come emerso da altre intercettazioni, la documentazione di gara dentro la busta chiusa, grazie a un complice che compilava in corsa le nuove carte, in modo da far risultare vincitrice la ditta amica, attribuendole il ribasso minore dopo aver verificato quello delle altre concorrenti.
In base alle intercettazioni, Piccinini riceve nella sua auto Giampiero Fracassa, direttore tecnico della stessa impresa, che gli dice: “Il bracciolo si può apri’… Senti qua, sono 20 meno 10”.
Piccinini obietta: “Eh no, ci stanno quelli di Dino”, in riferimento a Berardino Di Vincenzo, ex segretario regionale, pure lui ai domiciliari. L’altro replica: “Quelli gliel’ho dati”. Più tardi, “dopo aver abbandonato l’ufficio in orario lavorativo” – rimarca il giudice – Piccinini torna in auto e apre gli involucri, con l’intercettazione ambientale che registra il rumore simile all’apertura verosimile di due plichi/buste di carta e tra la prima e la seconda apertura sono trascorsi circa due minuti di silenzio.
Dopo l’apertura del secondo plico, Piccinini conta il denaro ad alta voce, prima in verosimili tagli da 100 euro e successivamente in tagli da 50, arrivando alla somma di 5 mila euro che, sommata a quella contata in silenzio nonché dedotto da quanto detto in precedenza da Fracassa, farebbe ritenere si trattasse della somma in contanti di 10 mila euro.
Episodi simili si ripeteranno nel febbraio del 2017, per due volte, e un altro caso c’era già stato nel dicembre del 2016.
Nel frattempo oggi, secondo quanto si è appreso, i carabinieri sono tornati a visitare gli uffici aquilani del Mibact, dove già era stata acquisita una voluminosa mole di faldoni sui 12 cantieri oggetto di attenzioni.