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Tentato omicidio a Chieti Scalo, trans colombiana chiede risarcimento di 100mila euro

Tentato omicidio a Chieti Scalo, trans colombiana chiede risarcimento di 100mila euro

CHIETI, 9 settembre – Si è costituita parte civile, chiedendo un risarcimento danni di 100mila euro, la transessuale colombiana Silvana Valencia Villanueva, vittima di tentato omicidio per mano di Ottavio Esposito, trentenne di Casalincontrada. La difesa dell’imputato ha chiesto al gup del Tribunale di Chieti, Isabella Maria Allieri, di accedere al rito abbreviato. La decisione è stata rinviata al prossimo 23 gennaio.


I fatti si verificarono il 4 febbraio scorso, in un appartamento di Chieti Scalo, al termine di un festino a base di sesso e cocaina. Da quel giorno il dentista è agli arresti domiciliari. Esposito, secondo l’accusa, quella notte aggredì la trans ferendola con un coltello in varie parti del corpo, e con calci e pugni. La transessuale, dopo avere opposto una strenua difesa, riuscì a fuggire dalla casa lasciandosi cadere e rotolando da una rampa di scale, riportando lesioni guaribili in 40 giorni.

Per un altro imputato, Danilo Di Giulio, 31 anni di Chieti, il Gup ha disposto lo stralcio della posizione per un difetto di notifica verificatosi durante le indagini: a Di Giulio dovrà essere notificato di nuovo l’avviso di conclusione delle indagini. L’uomo è accusato di favoreggiamento perché subito dopo i fatti avrebbe aiutato Esposito a cancellare le tracce del reato e lo avrebbe ospitato nella propria abitazione dove gli diede abiti puliti al posto di quelli macchiati di sangue che il dentista aveva addosso, consentendogli di nascondere sia gli abiti che il coltello usato per l’aggressione. Il 31enne, in concorso con Esposito, è accusato anche di aver acquistato e detenuto illecitamente cocaina in quantità che non si è potuta determinare esattamente e di aver ceduto in modica quantità lo stupefacente alla Valencia, e in quantità non determinata esattamente, ma comunque non inferiore a 1,67 grammi, a Roberta Carnassale, 38enne teatina, che pure è imputata nel processo. Quest’ultima, sempre secondo l’accusa, a sua volta avrebbe ceduto lo stupefacente a terze persone che non sono state mai identificate.

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