Teramo, a due anni dal terremoto ancora 4mila sfollati. Entro fine mese un consiglio straordinario
TERAMO, 13 novembre – A due anni dal terremoto la situazione, a Teramo, è ancora drammatica. I dati, ad oggi, parlano infatti di circa 4000 sfollati, circa 1000 nuclei familiari che usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione, circa 100 famiglie assistite negli alberghi, quasi 1500 schede AeDes a fronte di quasi zero cantieri aperti, sintomo di una ricostruzione che stenta a partire. Situazione che entro fine mese sarà al centro di un consiglio comunale straordinario, annunciato dal sindaco Gianguido D’Alberto e dai capigruppo di maggioranza Andrea Core (Insieme Possiamo), Luca Pilotti (Pd), Giovanni Luzii (Teramo 3.0), Piergiorgio Passerini (Teramo Vive), Maurizio Verna (Gruppo misto).
“La ‘questione terremoto’ è sempre stata in cima all’azione di questa nuova amministrazione comunale. Siamo sempre stati perfettamente coscienti ed attenti a come le varie scosse che si sono ripetute dall’agosto 2016, a cui si è aggiunta la calamità della neve, hanno duramente provato il nostro territorio fino a metterlo in ginocchio dal punta di vista sociale ed economico – scrivono in una nota – Abbiamo sempre denunciato come la gestione del post emergenza fosse stata completamente sbagliata, essendo partiti da un cratere e da interventi individuati a seguito delle prime scosse ad Amatrice e che man mano si sono andati allargando con il propagarsi dello sciame sismico, nell’assenza di un testo unico sulle emergenze che giorno dopo giorno diventa sempre più una priorità di qualsivoglia Governo che abbia a cuore la vita e la salute dei cittadini. Situazione che è stata da subito più complessa in un territorio come il nostro che ancora non aveva completato le attività relative alla ricostruzione post sisma del 2009”.
Nella nota i consiglieri ricordano i ritardi dell’ufficio speciale per la ricostruzione, la mancata assunzione di responsabilità da parte della precedente amministrazione, che avrebbe dimenticato il proprio ruolo di capofila dei Comuni del cratere sismico e quindi mai avanzato le legittime richieste del territorio nelle sedi preposte ed opportune.
“Non possiamo tollerare che la “questione terremoto” sia completamente uscita dai radar del dibattito pubblico, come fosse un’emergenza superata che riguarda un passato non più attuale – concludono – Non possiamo tollerare l’oblio al quale sembriamo destinati. Lo avevamo detto in ogni modo durante la passata campagna elettorale: siamo pronti a battere i pugni, senza paura alcuna di ipotetiche filiere politico-istituzionali. La Ricostruzione è la priorità, l’emergenza assoluta del nostro territorio e del nostro Comune, e noi come suoi rappresentanti vogliamo farci carico di oneri e onori. Per questo nelle prossime settimane convocheremo un consiglio comunale straordinario, al quale dinviteremo a partecipare tutti gli attori istituzionali presenti e rappresentanti del nostro territorio, sia a livello parlamentare che regionale e provinciale, oltre che del nuovo commissario straordinario, discutendo con loro di tutto ciò che a nostro avviso è necessario per dare la spinta necessaria a far ripartire Teramo”.
Sul tavolo proposte di intervento normativo, riequilibrio del cratere ad oggi ‘tarato’ solo sulle prime scosse, proroga dello stato di emergenza in modo da consentire una serena programmazione, sblocco della ricostruzione leggera, riorganizzazione degli uffici a cominciare dalla governance dell’Usr e dal numero esiguo del personale, nuove modalità di gestione delle pratiche e delle competenze.