Teramo, Davide Rosci torna in libertà: “Incubo finito”. Sconterà il resto della pena ai servizi sociali
TERAMO, 16 giugno 2017 – E’ tornato in libertà, dopo oltre tre anni di carcere, Davide Rosci, il militante antifascista di Teramo, condannato a 5 anni e due mesi di reclusione per l’assalto ad un blindato dei carabinieri, durante gli scontri avvenuti a Roma nell’ottobre del 2011.
Rosci è già uscito dal carcere di Castrogno e adesso sconterà in affidamento ai servizi sociali il resto della pena. Il tribunale di sorveglianza dell’Aquila ha infatti accolto la richiesta di pena alternativa avanzata dall’avvocato Filippo Torretta: Rosci farà da aiutante a Totò Iacovoni, anziano esponente della sinistra teramana, che da sempre si era battuto per la scarcerazione del militante antifascista. Il militante antifascista ha affidato a Facebook le sue prime impressioni:
“Dopo 1.884 giorni oggi finisce un incubo. Mi hanno appena scarcerato e torno ad essere un uomo libero. Ci sarebbero da dire mille cose ma un milione di sensazioni stanno attraversando la mia testa e il mio corpo. Una cosa, però, ve la dico forte: grazie di tutto, siete i compagni e gli amici migliori del mondo”.
Molti esponenti della sinistra radicale abruzzese, negli anni passati, si erano infatti spesi in difesa di Rosci. Tra questi l’attuale segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo. I sostenitori di Rosci, infatti, avevano rimarcato come la partecipazione del giovane all’assalto del blindato dei carabinieri non sia mai stata direttamente provata.
Lo scorso febbraio, inoltre, il tribunale aquilano aveva accolto il ricorso presentato dall’avvocato Torretta, stabilendo che lo Stato dovrà risarcire Rosci per i 340 giorni trascorsi in celle troppo piccole e senza finestre, violando la convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, sancita anche dalla corte europea di Strasburgo.